"Io pronta a lavorare. Ma nessuno mi chiama"

Tamara, 40enne romana: "Mai contattata dai centri per l'impiego. Nemmeno per il cv"

"Io pronta a lavorare. Ma nessuno mi chiama"

«La frustrazione di ricorrere a una misura che ho fin da subito considerato sciocca e improduttiva è forte ora come allora. All'inizio, dopo il licenziamento non avrei voluto chiedere alcun aiuto, avrei voluto trovare un altro lavoro. Purtroppo, ho dovuto piegarmi a chiedere il reddito di cittadinanza per la mia sopravvivenza. E per integrare qualche ora di babysitting. Parole di imbarazzo quelle di Tamara M. - 40 anni, romana, ex dipendente di una cooperativa di servizi con mansioni di segretaria - che esprime l'amarezza per un percorso che valutava inconsistente e che tale si è rivelato perché non mette in contatto domanda e offerta. Tantomeno ha garantito chiamate da parte dei comuni per impegnare i percettori nei lavori socialmente utili come era stabilito nel dettato legislativo.

Vale a dire che la situazione di disagio non era, e non è, solo economica?

«Assolutamente. Ho sempre cercato e continuo a cercare un lavoro, non voglio l'obolo di stato e non sto certo sul divano ad aspettare che la card gialla si ricarichi ogni 27 del mese. Faccio la baby sitter, di meglio non ho trovato, ma con 300 euro al mese nette in busta, non riesco a sopravvivere».

Hai ricevuto qualche offerta o almeno hai fatto i colloqui preliminari?

«Nessuno mi ha mai chiamato, nemmeno per stilare il curriculum. E questo è gravissimo: ho competenze in diversi settori, una cultura discreta e tanta voglia di lavorare. Piuttosto sono io a chiamare il Centro per l'impiego, e fino a oggi senza successo. Ci sono anche andata di persona tre o quattro volte ma ho sempre avuto contatti esclusivamente con le guardie giurate sul posto. Gli operatori - mi è stato detto - sono in smartworking».

Da quanto tempo percepisce il sussidio? Dura solo 18 mesi, sarà necessario rifare la domanda.

«A novembre scadrà. Sono preoccupata perché senza possibilità di colloqui o proposte lavorative rimane un'unica alternativa: aspettare un mese e poi riproporre la domanda al Caf e attendere due mesi per ottenere di nuovo l'aiuto. Insomma frustrazione capitolo due: mi sento una completa inconcludente.

Confido che il governo si renda conto che così non può funzionare. Si è parlato anche di nuova formazione: nulla di fatto. E non per via del Covid, i corsi di aggiornamento si possono fare anche on line. Basta volerlo».

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