
Soldati italiani? A Kiev? Anche no, risponde Sergio Mattarella, comunque non adesso. «Non siamo ancora a questo punto, non sono nemmeno iniziati i negoziati e parlare di quello che verrà in futuro è totalmente fuori dal momento». Certo, «va cercata velocemente una soluzione che non mortifichi nessuna delle due parti», ma dobbiamo partire da un fatto incontrovertibile. «Quella della Russia all'Ucraina è stata un'aggressione in violazione delle regole del diritto internazionale, della Carta dell'Onu, di ogni regola di convivenza tra i Paesi». È «inammissibile» che «uno Stato più forte imponga la sua volontà con le armi», come fece la Germania nazista, ed e sacrosanto che ora la Ue rafforzi la sua difesa, «è lo sviluppo naturale di un lungo processo di integrazione». Questa è la posizione italiana, riaffermata pure da Giorgia Meloni nel Consiglio Ue. Non del vicepremier Matteo Salvini. «Un esercito europeo comandato da quel matto di Macron, che parla di guerra nucleare? No, mai».
Intanto Kiev «apprezza» la proposta della Meloni di estendere all'Ucraina la protezione dell'articolo 5 della Nato, anche senza un'adesione formale. «Siamo molto interessati», dice Heorhii Tykhyi, portavoce del ministero degli Esteri. E il 12 marzo a Parigi i ministri della Difesa di Francia, Germania, Regno Unito, Polonia e Italia cercheranno nuove forme di sostegno.
Intanto la trattativa prosegue. Bisogna vedere che cosa vuole veramente il Cremlino. «L'Europa - dice Mattarella - da tre anni cerca di indurre la Russia a negoziare e tutti ci auguriamo che sia finalmente disponibile». Quanto a Roma, spiega in un'intervista alla tv giapponese Nhk, lavora assieme ai partner per la fine della guerra e apprezza i tentativi americani, perché l'amicizia con Washington non può essere in discussione. Però serve «una pace giusta e duratura». Non una qualunque, non un cessate il fuoco, ma «una pace duratura che garantisca la sicurezza ucraina, perché una pace basata sulla prepotenza non durerebbe a lungo». Si aprirebbe una «stagione pericolosissima», fatta di aggressioni e nuove violazioni del diritto. «La Seconda Guerra mondiale si è verificata quando la Germania nazista ha usato la forza per imporre la sua volontà».
E ricorda come i torti stiano tutti dalla parte di Putin. Con l'Operazione speciale di tre anni fa Mosca non ha soltanto infranto i principi delle Nazioni Unite, ha anche strappato l'accordo sottoscritto trent'anni prima dopo la dissoluzione dell'Urss. Kiev aveva consegnato a Mosca 5000 testate nucleari che erano state sovietiche e la Russia «con un trattato si era assunta il compito di garantire l'integrità territoriale e la sovranità dell'Ucraina». Una violazione «inammissibile», ripete. C'è molta preoccupazione nei Paesi del centro-nord Ue e al confine russo, per cui adesso «è necessario rafforzare la difesa europea».
Spiragli? Speranze? Italia e Giappone, conclude il capo dello Stato, «hanno una convinzione comune: quella che la vita internazionale è possibile soltanto se ci sono regole certe che tutti rispettano, a prescindere dalle dimensioni dei Paesi, dalla forza economica e militare». Se non si parte da qui, non si va lontano.
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