Crolla la fiducia degli italiani nei confronti delle istituzioni europee. Lo ha confermato anche una ricerca di Diamanti, pubblicata ieri su Repubblica: il 70% degli intervistati esprime «poco» o «nessun» consenso verso la Ue. E il gradimento nei confronti di quest'ultima si è sostanzialmente dimezzato negli ultimi vent'anni, passando dal 57% del 2000 al 30% di oggi.
Quello che un tempo era un valore simbolico per gli italiani, l'unità europea, si è progressivamente trasformato in un'entità vissuta negativamente. Prevale, insomma, l'idea che l'Europa sia una fonte di danno per il nostro paese, piuttosto che un'occasione di coesione e aiuto reciproco.
Ma i sentimenti ostili si rivolgono di frequente verso uno Stato in particolare: la Germania. Che, anche riguardo alle trattative in corso a livello di Eurogruppo, viene ritenuta più attenta alla difesa dei propri interessi che solidale con gli stati attualmente più in difficoltà, come l'Italia o la Spagna.
Tanto che, rispondendo ad un sondaggio EumetraMR (realizzato ieri per conto della trasmissione Quarta Repubblica, condotta da Nicola Porro, intervistando un campione rappresentativo dei cittadini con più di 17 anni), quasi tre intervistati su quattro (70%, con solo il 16% che esprime l'opinione opposta e il 14% di indecisi o senza un parere preciso) giungono a sostenere che «la Germania ci sta strangolando», annoverando dunque i tedeschi tra i principali colpevoli della tiepidezza (o, secondo alcuni, della rigidità) mostrata dalla Ue nel concedere aiuti all'Italia.
Questa opinione sfavorevole verso il comportamento della Germania viene espressa trasversalmente da tutte le categorie sociali, con un'accentuazione tra le classi di età centrali (tra i 35 e i 55 anni). Ed è supportata dalla gran parte dei votanti di tutti i partiti: con una maggiore intensità tra Lega (84%), Fratelli d'Italia (87%) e M5s (86%). Ma è sostenuta anche dalla netta preponderanza degli elettori di Forza Italia e, seppure in misura minore, dalla maggioranza dei sostenitori del Pd (52%) e di Italia Viva (50%).
Insomma, il sentimento di condanna alle scelte del Governo tedesco (e, per la verità, anche di quello olandese) è assai diffuso e presente in tutta la popolazione. Rafforzato dalle voci (poi smentite, come quelle di Allianz nei confronti di Autostrade) di un «assalto» germanico (e anche di altri paesi) volto ad impossessarsi di aziende italiane attualmente in difficoltà.
E' naturalmente auspicabile che questo clima di ostilità tra le diverse nazioni (e nei confronti dell'Unione Europea, che è nata per stimolare e favorire la cooperazione tra esse) si attenui nel prossimo futuro. Ma ciò, evidentemente, dipende dal comportamento assunto dai singoli Stati.
Non a caso, anche dai sondaggi più recenti emerge come la maggioranza degli italiani affermi di non volere «uscire dall'Europa» (né, tantomeno, dall'Euro), ma ribadisca al tempo stesso l'atteggiamento critico verso «questa» Europa.
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