Italicum, Sel, Fi, Lega: "Fiducia è golpe"

Scongiurare la fiducia sull’Italicum che equivarrebbe a un golpe e a un gravissimo strappo costituzionale. È quanto chiedono Sel, FI e Lega

Il presidente del Consiglio Matteo Renzi
Il presidente del Consiglio Matteo Renzi

Alta tensione tra maggioranza e opposizione. Scongiurare la fiducia sull’Italicum che equivarrebbe "a un golpe e a un gravissimo strappo costituzionale". È quanto Sel, Forza Italia e Lega chiedono, in tre lettere diverse inviate al presidente della Repubblica Sergio Mattarella in merito alla riforma della legge elettorale. Proprio questa sera è attesa la resa dei conti nel Pd con il premier-segretario che chiederà ai sui deputati - circa 310 - di sposare la linea uscita in direzione lo scorso 30 marzo sull’Italicum. Nella lettera di Forza Italia si fa appello al capo dello Stato "perché non si compia un simile attentato alla vita democratica della Repubblica". Nella missiva - si legge nella nota del gruppo azzurro pubblicata da Renato Brunetta - vengono stigmatizzate le criticità del nuovo sistema di voto proposto dall’esecutivo. Inoltre, l’intenzione, ventilata dal governo, di porre la questione di fiducia sull’approvazione di questa legge viene giudicata un "gravissimo strappo costituzionale".

Anche Sel ha inviato una lettera al presidente della Repubblica Sergio Mattarella per chiedergli di "scongiurare" l’ipotesi che il governo ponga la questione di fiducia sull’Italicum. Fiducia che, attacca Sel, sarebbe un "vero e proprio golpe istituzionale".
"A nome del gruppo di Sel - spiega il capogruppo dei deputati di Sel a Montecitorio, Arturo Scotto - ho inviato oggi al presidente della Repubblica Sergio Mattarella una lettera per chiedergli di scongiurare la minaccia di fiducia sulla legge elettorale ventilata da autorevoli esponenti di governo e del Pd. La nostra iniziativa, e quella di altre forze di opposizione, non è un modo di tirare per la giacchetta il Capo dello Stato - precisa - ma un appello perchè si garantisca un libero dibattito parlamentare senza forzature e scorciatoie dal sapore autoritario".

"Sarebbe un atto gravissimo - continua il capogruppo di Sel - che ha precedenti solo nella legge truffa del 1953. Un indebolimento della funzione del Parlamento ridotto a passacarte, un vero e proprio golpe istituzionale".

"Abbiamo già vissuto momenti difficili in questa legislatura - sottolinea Scotto - come lo strappo della seduta fiume sulle riforme costituzionali e l’abbandono dell’Aula da parte delle opposizioni. Oggi, lo diciamo preventivamente: il governo eviti strappi gratuiti che rischiano di segnare un punto di non ritorno".

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