"J'accuse" contro il governo "Evitabile la seconda ondata"

Il saggio del sociologo Ricolfi: "Già a giugno i contagi erano in risalita. Ma dall'esecutivo solo autocelebrazioni"

"J'accuse" contro il governo "Evitabile la seconda ondata"

L a seconda ondata era prevedibile e soprattutto evitabile, tanto è vero che più di un terzo delle società avanzate l'ha evitata. Vedi la Germania. Le omissioni, i ritardi e le incertezze del nostro governo ci sono costati decine di migliaia di morti, e decine di miliardi di Pil. Se non facciamo subito quel che avremmo dovuto fare da tempo, altre ondate saranno inevitabili e il disastro economico sarà irreversibile.

Il sociologo Luca Ricolfi analizza nel suo ultimo libro «La notte delle ninfee. Come si malgoverna un'epidemia» (La nave di Teseo) le incompetenze del governo e smaschera gli errori nella gestione della pandemia con le conseguenti bugie, volte a nasconderli. Per quanto studioso dichiaratamente di sinistra, Ricolfi esprime posizioni spesso critiche col Pd e con gli altri partiti dell'area progressista accusandoli di non capire la società italiana e di non saper stare fra la gente, perdendo del tutto la capacità di ascoltare e la voglia di intendere. Come per la pandemia, appunto.

Ricolfi dimostra che la tragedia che ci ha colpito avrebbe meritato ben altra gestione, che era possibile farlo come altrove è stato fatto. Il titolo del libro è ripreso dalla metafora del lago che si riempie di ninfee, usata per spiegare agli studenti il fenomeno della crescita esponenziale. La pigrizia con cui si è affrontata la crescita dei casi è stata decisiva: il governo ha minimizzato il rischio, proclamando l'inutilità delle mascherine, invitando a «non diffondere il panico» e a «non cambiare stile di vita» (così Conte e Speranza all'inizio di febbraio).

«Che le cose si stessero mettendo per il verso sbagliato, a giugno poteva non essere chiaro a chi non fa lo statistico di professione, tanto più se è un politico scrive Ricolfi -. Ma da agosto in poi le cose erano diventate chiarissime. E chiunque avesse occhi per vedere poteva accorgersi che il governo nulla stava facendo per far rispettare le regole, a partire da quelle su discoteche, movida, assembramenti, e soprattutto nulla aveva fatto di ciò che sarebbe stato essenziale per garantire un rientro sicuro a scuola». Non è bastata nemmeno la seconda ondata per spazzare la narrazione dell'esecutivo sulla gestione della crisi iniziata fin da giugno: «Siamo stati bravi», «Gli altri paesi ci ammirano», «Siamo diventati un modello», «La maggior parte dei paesi europei è messa peggio di noi». Ingannati dalla bella stagione, le preoccupazioni per il turismo hanno portato a mettere in campo comunicazioni «iperottimistiche», una operazione di «autolode e rassicurazione» che ha fatto abbassare la guardia. Quando già a giugno, i dati lo dicevano, i contagi avevano cominciato la risalita.

Resiste, a torto, la convinzione che l'arrivo della seconda onda fosse inevitabile. «La seconda ondata scrive Ricolfi - era evitabile, tanto è vero che, fra le società avanzate, finora ben 10 su 25 non ne sono state colpite». Si è perso il controllo della situazione (nella metafora: il lago era ormai pieno di ninfee) e anche l'attività dei pescatori (leggi: l'economia) era compromessa. «Perché la legge fondamentale dell'epidemia è una sola: se vuoi fare qualcosa, più tardi lo fai più costerà caro a tutto», punge Ricolfi.

Ora si spera nel vaccino.

Ma per il sociologo «è estremamente improbabile che, in un paese in cui non si riesce nemmeno a vaccinare per l'influenza tutti coloro che intendono farlo, nel giro di pochi mesi si riesca a debellare il Covid-19 con una vaccinazione di massa, sicura, tempestiva, e accettata dalla maggior parte della popolazione».

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