Kaili, la vicepresidente dell'Europarlamento col vizio della menzogna e del vittimismo

La bella greca mentì sui suoi familiari e sulla guerra civile del suo Paese

Kaili, la vicepresidente dell'Europarlamento col vizio della menzogna e del vittimismo

Atene Tra le pieghe del presunto caso di corruzione qatarina che sta scuotendo il Parlamento Ue, c'è la parabola politica e mediatica di Eva Kaili, 44enne vicepresidente greca dell'euroassemblea arrestata assieme a suo padre con l'accusa di aver ricevuto denaro dall'emirato per «influenzare le decisioni economiche e politiche».

A casa sua è stata trovata una borsa con mezzo milione di euro in contanti nelle mani di suo padre che, secondo gli inquirenti, era in procinto di fuggire, poiché era stato probabilmente avvertito da alcuni complici. Secondo la legge per arrestare un eurodeputato bisogna coglierlo in flagranza, in quanto sono coperti dall'istituto dell'immunità. Ma al di là di tutto, l'eurodeputata greca, espulsa dal Pasok greco e dal Pse, è sempre stata molto chiacchierata.

Nel 2017 pubblicò un saggio letterario con riferimenti familiari poi risultati falsati, in cui raccontò come suo nonno fosse stato massacrato dai comunisti. Ma dopo la pubblicazione dell'articolo venne smascherata: suo padre è nato nel 1955, pertanto se il nonno di Kaili fosse stato ucciso durante la Guerra Civile greca, che risale al periodo 1946-49, allora semplicemente non poteva essere il nonno di Kaili, a meno che la madre di suo padre non fosse rimasta incinta per alcuni anni invece di nove mesi. Tra l'altro poi si seppe che non solo non era suo nonno, ma era stato assassinato durante una lite per gelosia che coinvolgeva sua nonna: si chiamava Yiannis Bakalidis e fu massacrato nel sonno da Stavros Konstantinidis.

L'eurodeputata quell'anno è poi tornata su Facebook e, cercando di salvare quello che poteva, ha scritto che non era suo nonno ma il precedente marito di sua nonna. Eva Kaili è nata nel 1978, quando suo padre aveva solo 23 anni: davvero era nato nel 1955, sette anni dopo la morte di suo padre?

Inoltre una serie di indagini di storici scoprirono la bugia di Kaili, dal momento che l'eurodeputata descriveva in quel saggio scene apocalittiche nel villaggio di Constantia a Pella in Macedonia, con case in fiamme e donne in fuga che però nella realtà non risalivano al 1943 ma al 1947.

Si tratta della battaglia di Constantia, datata 10 febbraio 1947, quando i combattenti dell'Esercito Democratico ellenico si scontrarono con la Guardia Nazionale. In quella battaglia furono uccisi 51 civili, compresi i residenti comunisti della resistenza del villaggio che furono colpiti dalla Guardia Nazionale. Kaili sembrò prendere in prestito scene dalla amara storia del villaggio durante la guerra civile per creare la sua narrativa eroica e vittimizzata.

In occasione dello scandalo intercettazioni che sta scuotendo in queste settimane la Grecia dove, con il malware Predator, sono stati spiati ministri, parlamentari, vertici di polizia e 007, la stessa Kaili si è distinta per aver minimizzato il problema, sostenendo pubblicamente che queste intercettazioni «sono

comuni».

Due settimane fa nell'aula plenaria del Parlamento Ue è stata immortalata inneggiare sul Qatar mentre tutta Europa parlava di un'opaca assegnazione dei Mondiali e della violazione sistematica dei diritti in quel paese.

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