L'altolà di Giorgetti: "Attenzione ai conti". Eco di Fdi: "No agli assalti alla diligenza"

Il ministro dell'Economia e i meloniani frenano sulle modifiche: "Migliorie alla manovra ben accette ma i saldi non possono cambiare"

L'altolà di Giorgetti: "Attenzione ai conti". Eco di Fdi: "No agli assalti alla diligenza"

Roma. La richiesta di un coordinamento interno alla maggioranza sugli emendamenti da presentare. Il messaggio fatto risuonare, in primis da Fratelli d'Italia, di disinnescare il pericolo di un «assalto alla diligenza». Ma soprattutto la richiesta di evitare nuovo debito per non rischiare un contraccolpo sui mercati che hanno dimostrato di aver gradito la prima stesura della manovra e l'attenzione alla tenuta dei conti pubblici con un calo dello spread.

L'iter parlamentare della legge di Bilancio è ormai avviato. Oggi Giancarlo Giorgetti, ministro dell'Economia verrà ascoltato dalle Commissioni bilancio congiunte di Camera e Senato. Il termine per la presentazione degli emendamenti è fissato al 7 dicembre con domenica 11 come limite ultimo. La maggioranza vorrebbe limitarli a 400, cioè uno per deputato, ma il Pd annuncia che chiederà di discutere tutti i testi depositati.

Nella maggioranza Forza Italia avanza richiesta precise, soprattutto sull'innalzamento delle pensioni minime e per la tutela delle imprese del settore dell'edilizia rimaste impantanate nelle secche dei crediti del Superbonus. In questo contesto sono due le voci della maggioranza che si alzano per invitare tutti ad abbassare le richieste, quella di Giancarlo Giorgetti e quella del capogruppo alla Camera di Fdi Tommaso Foti.

Giorgetti, intervenendo a un convegno organizzato dal Messaggero, lascia intravedere il pericolo recessione. «Tutti diamo per scontato un problema che avremo nella stagione invernale, connesso ai prezzi delle materie prime e soprattutto dell'energia, che dipendono da eventi tragici che non sono nella nostra disponibilità». Nella stesura della legge di Bilancio, «il governo ha preso atto della realtà: l'Italia, diversamente dagli altri paesi europei, ha due fronti. Quello dell'emergenza energetica, con tutto ciò che serve per proteggere imprese e famiglie dai suoi effetti, ma anche quello della sostenibilità del debito, con cui ci dobbiamo confrontare ogni quindici giorni, ogni mese. Nel 2023 anche questo ultimo fronte continuerà necessariamente ad essere uno a cui porre attenzione. Stiamo cercando di tenere insieme i due fronti nel modo migliore possibile, ma non dobbiamo dimenticare la situazione generale in cui ci troviamo. Questa manovra merita di essere criticata, come tutte, ma credo che in questa situazione ci troveremo a dover aggiornare continuamente le previsioni a breve scadenza. In questo quadro di eventi complicati abbiamo mantenuto un equilibrio importante che va riconosciuto».

Tommaso Foti, a sua volta, lancia un messaggio chiaro nel corso di Tg1 Mattina, facendo capire che i cordoni della borsa non possono essere allargati: «Questa è una manovra definita prudente, se andiamo oltre certi limiti di spesa diamo l'idea di un assalto alla diligenza. Ma di una diligenza che negli ultimi 4 anni, per tanti motivi, tra cui anche l'emergenza covid, ha fatto aumentare il debito pubblico di 400 miliardi di euro». Per Foti è «legittimo rivendicare alcune migliorie ma in un ambito di saldi di finanza pubblica che sono stati fissati e che non possono essere modificati».

Un messaggio rilanciato anche dal presidente dei senatori, Lucio Malan: «L'apporto del Parlamento è centrale, per questo saranno esaminate le proposte migliorative, ferma restando la salvaguardia dei conti pubblici e l'impostazione della manovra basata sulla giustizia sociale e il rilancio della produttività per creare lavoro vero».

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