Doppia sospensione del Consiglio dei ministri in corso di svolgimento a Palazzo Chigi per discutere la bozza del cosiddetto Pnrr (Piano nazionale di ripresa e resilienza): a far scattare il nuovo stop dopo che i lavori, iniziati peraltro con abbondante di ritardo rispetto al previsto, erano già stati interrotti verso le ore 14:00, la notizia della positività al Coronavirus del ministro dell'Interno Luciana Lamorgese.
Presente alla riunione, quest'ultima avrebbe immediatamente abbandonato i lavori lasciando l'aula. Secondo quanto riferisce AdnKronos, sulla base di notizie direttamente acquisite da fonti di governo presenti al Cdm, la titolare del Viminale sarebbe stata raggiunta dalla notizia della propria positività al Covid grazie ad un articolo di un quotidiano online. Luciana Lamorgese si era sottoposta all'esame del tampone naso-faringeo appena stamani, proprio all'interno degli uffici del dicastero di sua competenza. Palazzo Chigi si è affrettato a diramare un comunicato in cui assicura che tutti i ministri nel corso della riunione indossavano la mascherina e rispettavano le distanze di sicurezza.
La riunione, iniziata in salita per le posizioni di numerosi dissidenti grillini che avevano manifestato con una lettera il proprio dissenso alla scelta di appoggiare il Fondo salva Stati, e poi per il no alla gestione del Recovery Fund arrivato stanotte da parte di Italia Viva, è ritenuta di grande importanza dalla maggioranza giallorossa. L'esecutivo, che per l'ennesima volta fa le capriole per non cadere a causa delle sempre più profonde crepe interne, si era inizialmente dato appuntamento alle ore 9 di stamani. Dopo un primo slittamento alle 11, finalmente, il meeting era potuto iniziare alle ore 13. Ordine del giorno, come riferisce Italpress, la "Definizione e attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza". Molto probabile, comunque, che non si arrivi al dunque già alla conclusione di questo primo Cdm. Tutto potrebbe esser rimandato a mercoledì 9 dicembre non prima delle 20:00, ovvero dopo le consuete comunicazioni di Conte in parlamento prima del vertice europeo in programma il giorno successivo.
Forse Giuseppi riuscirà ad ottenere il via libera alla bozza del Recovery Fund potendo contare sull'appoggio dei grillini, ritornati all'ovile come prevedibile dopo l'aut aut di Vito Crimi. Più dura pare profilarsi, invece, la questione governance, con Matteo Renzi che ha definito la gestione del premier "sprezzante e sbagliata". Al partito dell'ex sindaco di Firenze non convince proprio la formula della "task force" verso la quale il presidente del consiglio sembra orientato per la gestione dei 209 miliardi del Recovery Fund. "Costituire una struttura parallela al governo, di cui il Parlamento non sa nulla, è evidente che è un modo di esautorare il Paese nella progettazione del proprio futuro. E questo non è per noi accettabile": questa la posizione di Italia Viva, con Bellanova e Bonetti pronte a sostenere le idee di Renzi.
Ecco perchè pare al momento probabile il fatto che oggi possa non concludersi nulla in via definitiva, con buona pace della maggioranza giallorossa: prossimo appuntamento, come accennato,
potrebbe essere mercoledì, così che il sedicente avvocato del popolo possa partire verso Bruxelles con una valigia carica di conferme, quelle che cerca ancora disperatamente nelle varie frange del governo.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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