Senatore Maurizio Gasparri, ce la farà il governo Meloni a «degrillinizzare» questo Paese?
«Lo sta già facendo e riuscirà senz'altro nell'impresa».
A iniziare dalla candidatura di Luigi Di Maio come inviato speciale dell'Unione Europea nel Golfo Persico?
«Ha fatto bene il ministro degli Esteri Tajani a chiarire che questa candidatura non è partita da questo governo».
E chi l'ha avanzata?
«Sembra sia stato lo stesso Di Maio».
Nostalgico del suo ruolo del potere?
«Di sicuro lontano mille miglia da quella rivoluzionaria vena grillina che voleva combattere la casta».
Pensa non abbia le carte in regola?
«Questo lo stabilirà la commissione che deve giudicare delle candidature. Di sicuro è censurabile il fatto che un ministro degli Esteri uscente avanzi la candidatura per un ruolo internazionale di prestigio come questo. E se lo avesse fatto uno di centrodestra? Si sarebbe gridato allo scandalo. Ne sia certo».
Quindi, secondo lei i grillini non rappresentano più l'anticasta.
«Altro che anticasta! Sono casta. Guardi cosa è successo in parlamento dove funzionari del gruppo sono stati mandati via per far posto a Vito Crimi e Paola Taverna che per la regola del doppio mandato non sono più eleggibili. Fanno di tutto per restare. A loro e a Di Maio non interessa più la rivoluzione della trasparenza. Interessa stare nelle stanze del potere».
Sempre in tema di «degrillinizzazione», c'è poi la questione del Reddito di cittadinanza. Sul quale la Meloni ha espresso opinioni tutt'altro che benevole.
«Questo governo porterà l'Italia fuori dalla logica dell'assistenzialismo fine a sé stesso. Servono aiuti alle famiglie, ai pensionati e alle imprese. Ma chi è giovane deve cercare un lavoro. Il reddito ha permesso a troppi furbi di campare alle spalle della collettività. Non va bene».
Però non ci sono soltanto i furbi. E quelli che pur giovani non riescono a trovare un lavoro?
«È ovvio che non possiamo lasciare nessuno indietro. Il nostro obiettivo è aumentare le pensioni minime, aiutare le persone che non possono lavorare e soprattutto spingere sul l taglio del cuneo fiscale. I soldi che fino a oggi erano dedicati a distribuire in maniera assistenziale il reddito di cittadinanza non andranno altrove. Resteranno a disposizione di queste misure».
In campagna elettorale Conte prometteva di combattere senza risparmio per difendere il reddito di cittadinanza.
«Ha fatto caso che il Movimento Cinque Stelle ha ottenuto i risultati migliori, alle ultime elezioni, proprio nelle zone dove più alta è la diffusione del Reddito di cittadinanza? Si tratta sicuramente di zone povere e depresse ma è singolare questa coincidenza. In fondo, non siamo lontani dal concetto di voto di scambio».
Addirittura!
«Se in campagna elettorale non hanno fatto altro che dire che avrebbero difeso il reddito di cittadinanza, e poi proprio i percettori di questo aiuto vanno a votarli in massa, non siamo molto lontani da quel meccanismo. D'altronde sa cosa sarebbe accaduto se fossimo stati noi a prometterlo e a ottenere quei voti?»
Su cos'altro punta la Meloni per degrillinizzare il Paese?
«Per esempio sulla rinuncia alle
suggestioni della Via della Seta. Mi sembra d'altronde paradossale aiutare un Paese come la Cina che vince grazie alla concorrenza sleale perché sfrutta i lavoratori in barba ai più elementari diritti sindacali e sociali».
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