Si chiama Espen Andersen Brathen, il 37enne originario della Danimarca che mercoledì sera ha fatto rivivere l'incubo di Utoya a 5 milioni di norvegesi. L'uomo, armato di arco e frecce, ha seminato il panico a Kongsberg, cittadina di 27mila abitanti a 70 chilometri a sud ovest di Oslo, tenendo per un'ora in scacco la polizia, uccidendo 5 persone (1 uomo e 4 donne) e ferendone tre (una è finita in terapia intensiva) prima di essere arrestato.
Le forze dell'ordine hanno tenuto per ore nascosta l'identità dell'aggressore, giusto il tempo di far sparire dalla rete i suoi profili social; a quanto pare pieni di proclami farneticanti inneggianti all'islam più estremo. Brathen infatti aveva abbracciato il culto islamico dal 2017, radicalizzandosi nel corso degli ultimi mesi. «Non era un frequentatore abituale della nostra moschea», ha spiegato alla tv norvegese l'imam Osama Tlili. Eppure, anche se dalle prime indagini risulta che l'uomo abbia agito da solo, la radicalizzazione sarebbe avvenuta proprio in Norvegia e l'attentato dell'altra sera meditato con alcuni complici.
Gli inquirenti ieri hanno iniziato a perquisire le moschee del Paese, cercando di trovare riscontri su una possibile affiliazione di Brathen con una cellula yemenita, attiva in Norvegia dal 2008. Il terrorista non era comunque estraneo alle forze dell'ordine. Due anni fa aveva minacciato il padre di morte puntandogli un coltello alla gola e per questo ricevuto un ordine restrittivo di sei mesi. Nel 2012 era inoltre finito davanti al giudice per spaccio e furti di vario genere. I vicini di casa lo descrivono come un uomo solitario e scontroso. In un'intervista al quotidiano Dagbladet, la 21enne Gudoon Hersi sostiene di aver dovuto lasciare abitazione al numero 23 di Kirkegata dopo essere stata importunata per parecchio tempo. «Mi diceva che ero una donna di malaffare e mi insultava per il colore della pelle».
Il terrorista ha iniziato il suo assalto al centro commerciale Coop Extra, spostandosi poi in altre cinque zone della città. Uno dei tre feriti è un agente che era fuori servizio al momento dell'attacco, colpito alla schiena mentre stava facendo acquisti al supermercato. L'assalto, iniziato circa alle 18.15, si è concluso tre quarti d'ora dopo, quando Brathen è stato fermato dalla polizia, non prima però di ferire un agente con una freccia. La procura di Oslo non ha voluto al momento precisare se Brathen abbia ucciso le sue vittime con le frecce o con una pistola rinvenuta al momento dell'arresto. «Ci esprimeremo soltanto dopo le autopsie - ha spiegato il capo dell'intelligence di Oslo Sofie Nystrom - Gli eventi di Kongsberg appaiono al momento come un atto di terrorismo. L'inchiesta chiarirà più nel dettaglio le ragioni. Il livello di minaccia in Norvegia è ancora considerato moderato». Le autorità effettueranno una perizia psichiatrica sull'omicida, che già in giornata apparirà davanti al giudice Ann Iren Svane Mathiassen. Giovedì mattina, nel corso del primo interrogatorio al distretto di polizia, ha confessato di aver colpito in maniera casuale.
Sull'onda emotiva, ieri nel nuovo esecutivo di Jonas Gahr Store, governo di coalizione a guida laburista, sono stati nominati ministri due
giovani che si trovavano sull'isola di Utoya durante il massacro perpetrato nel 2011 da Breivik. Sono il 33enne ministro dell'Istruzione Tonje Brenna, e quello del Commercio e dell'Industria Jan Christian Vestre, 35 anni.
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