L'assist del giudice agli eco-vandali. "Il blitz agli Uffizi? Non è un reato"

Prosciolti tre attivisti di Ultima Generazione: si erano "incollati" a un Botticelli

L'assist del giudice agli eco-vandali. "Il blitz agli Uffizi? Non è un reato"
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Sappiatelo tutti: da oggi, anzi da ieri, incollare le proprie mani al vetro di uno dei quadri più famosi del mondo non è reato. Purché lo facciate nel nome della lotta al cambiamento climatico e dell'ecologismo più estremo e talebano, quello, per intenderci, alla Greta Thunberg o alla Ultima Generazione. Straparlare di clima diventa così un ottimo salvacondotto per poter mettere in atto qualunque scelleratezza: dal blocco del traffico stradale al vandalismo nei confronti di monumenti e opere d'arte. Ma vediamo l'ultima degenerazione della giustizia italiana, partendo dal principio: nel luglio del 2022 tre attivisti della sopraccitata associazione, in mancanza di idee migliori, decidono di andare agli Uffizi di Firenze e sigillare le loro mani alla teca che protegge da simili idiozie la Primavera di Botticelli. La notizia fa il giro di quotidiani e televisioni, d'altronde proprio in quel periodo i gretini di tutto il mondo uniti stanno iniziando a mettere in atto blitz di questo genere. A distanza di un anno e mezzo dai fatti il gup del tribunale di Firenze decide di non mandare i tre ragazzi a processo, perché il fatto non sussiste. Anche se sussiste eccome, basta farsi un giro in rete per trovare il video degli attivisti che, sorridenti e a favor di telecamera, importunano il capolavoro di Botticelli. Ma il giudice ha rispedito al mittente le accuse di manifestazione non-preavvisata, interruzione di pubblico servizio e resistenza a pubblico ufficiale. Non sappiamo di preciso per quale motivo, in compenso quelli di Ultima Generazione hanno fornito immediatamente una loro interpretazione della sentenza: «Secondo il tribunale di Firenze, incollarsi al vetro di protezione della Primavera di Botticelli non costituisce di per sé un reato. Con la disobbedienza civile siamo pronti a prenderci la responsabilità delle nostre azioni (...). Se abbiamo il potere di farlo noi puoi scegliere di avere il potere e la responsabilità di farlo anche tu. Abbiamo bisogno di essere in molti in strada. Partecipa ad una presentazione ed entra in resistenza civile». Praticamente: liberi tutti, liberi di insozzare i musei nel nome del cambiamento climatico.

Una sentenza che, a pochi giorni di distanza dal varo pacchetto sicurezza del governo, sembra una provocazione e che conferma che sì, in un certo senso, hanno ragione gli esaltati di Ultima generazione: c'è proprio un brutto clima. Ma lo smog, questa volta, non c'entra.

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