Mentre Verucchio, alle porte di Rimini, è ancora sotto choc per il caso dell'uomo che a Capodanno ha accoltellato quattro persone prima di essere ucciso a colpi di pistola dal comandante dei carabinieri del posto, le indagini della Procura rivelano uno dei dettagli di quella sera.
E cioè la traduzione delle parole pronunciate in arabo da Muhammad Abdallah Abd Hamid Sitta, mentre si dirigeva, armato di coltello verso il comandante che poi gli ha sparato. In quei secondi, ripresi da un cellulare di un passante, il 23enne egiziano avrebbe pronunciato una professione di fede islamica, una preghiera di ringraziamento in arabo, ripetendo più volte la stessa frase letta nel Corano. Ne aveva con sé una copia, insieme a una corona per pregare. Ma i magistrati per ora ribadiscono che non sono emersi elementi che mettano in relazione il giovane ad ambienti o soggetti radicalizzati. Andranno valutate anche le sue condizioni psichiche, ancora da chiarire. Di certo l'azione dell'uomo richiede la massima attenzione per tempistica e modalità, e visti gli ultimi fatti in Europa e negli Usa da New Orleans, al mercatino di Natale di Magdeburgo. Ogni caso, compreso quello di Rimini, va verificato per escludere del tutto collegamenti con il terrorismo.
Nel video in possesso degli investigatori, si vede l'egiziano armato di coltello che avanza verso il comandante, Luciano Masini. Si sentono i primi colpi di avvertimento, davanti ai quali l'aggressore non si è fermato. A quel punto il carabiniere ha esploso gli altri cinque colpi (che non si vedono nel video), che lo hanno colpito. Uno alla spalla destra e gli altri tra il torace e il capo, come emerge dall'autopsia disposta dalla Procura che indaga il comandante per eccesso colposo di difesa. «Mio cugino è morto ammazzato a colpi di pistola. Ora vogliamo andare fino in fondo - ha detto Said, il cugino della vittima, al Resto del Carlino - perché i carabinieri hanno sparato?» Continua la polemica.
Per Jacopo Morrone (Lega) quello cioè che è successo «non può essere derubricato come un semplice fatto di cronaca nera. È urgente l'approvazione del ddl Sicurezza dove si introducono nuove disposizioni in materia di tutela legale per il personale delle forze dell'ordine».
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