È una decisione che è tornata ad aprire uno scontro che proseguiva sottotraccia quella presa in Austria, pronta ad assicurare assistenza all'estero attraverso i suoi consolati anche ai sudtirolesi di lingua tedesca e ladina, anche nel caso in cui nello stesso Paese fosse presente una rappresentenza diplomatica italiana.
Un disegno di legge che il governo guidato da Kurz aveva già mandato in parlamento per essere valutato e che leggeva come un adeguamento alle normative europee, ma in che realtà andava in direzione nettamente contraria, tanto che non ci è voluto molto perché arrivasse un risposta piccata dalla Farnesina, con dichiarazioni del ministro Angelino Alfano.
Per Roma l'iniziativa austriaca era "del tutto contraria al diritto internazionale. Per tale ragione, già ieri, abbiamo dato mandato all'ambasciatore d'Italia a Vienna di presentare una formale protesta al governo austriaco - basata su puntuali elementi di diritto - sul suddetto disegno di legge", aveva messo in chiaro il ministro degli Esteri.
Ed è bastata la protesta formale a far rientrare la provocazione di
Vienna, che ha ritirato il disegno di legge. Già a marzo tra Italia e Austria erano emerse frizioni, dopo la proposta di Vienne di concedere la doppia cittadinanza ancora una volta alla popolazione di lingua tedesca e ladina dell'Alto Adige.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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