Intercettazioni trascritte a piacimento, capi di imputazione illogici: si preparano a dare battaglia su questo e altri versanti i difensori di Federico Tedeschini, docente emerito di diritto amministrativo alla Sapienza, nei cui confronti in giugno la Procura di Roma ha notificato l'avviso di conclusione delle indagini preliminari per due accuse di corruzione. Accuse di cui fin dall'inizio dell'inchiesta, approdata con grande clamore sui mass media alla fine del 2022, Tedeschini ha contestato alla base la fondatezza. La Procura appare intenzionata ugualmente a chiedere il suo rinvio a giudizio.
In attesa delle mosse dei pm Gennaro Varone e Fabrizio Tucci, Tedeschini incamera nel frattempo un risultato importante: nei giorni scorsi il giudice preliminare Roberta Conforti ha revocato, accogliendo la richiesta dei suoi legali, la misura interdittiva che era stata disposta nei suoi confronti dopo i quattro mesi trascorsi agli arresti domiciliari dal dicembre dell'anno scorso. Da oggi, Tedeschini può tornare a tutti gli effetti ad esercitare la professione di avvocato. E anche questo viene vissuto come il segnale che le sue tesi difensive stanno facendo breccia.
A carico di Tedeschini i pm romani contestano due episodi distinti. Il più grave l'accusa di avere corrotto un giudice del Tar del Lazio, Silvestro Russo, ottenendo sentenze favorevoli in cambio di intercessioni a suo favore per la nomina a presidente di sezione. A dicembre, quando erano scattati gli arresti, i giornali avevano parlato di «cricca del Consiglio di Stato», sulla base di alcune intercettazioni compiute dal nucleo operativo dei carabinieri in cui in realtà Russo e Tedeschini non apparivano affatto partecipi della «cricca» ma piuttosto lamentavano tra di loro le corsie preferenziali seguite da alcune candidature alle cariche di vertice della giustizia amministrativa («la cricca spartitoria ovviamente, si allarga con me, perché sa che io non c'ho santi in paradiso», diceva Russo) . E quanto alle pressioni che Russo avrebbe chiesto a Tedeschini di esercitare a suo favore, gli stessi inquirenti davano atto che non era emersa alcuna traccia che le pressioni fossero mai state realizzate.
Ciò nonostante Tedeschini e il suo collega Piefrancesco Sicco sono stati posti a lungo agli arresti domiciliari e solo ora l'ex docente ottiene di poter tornare a lavorare. Oltre alle presunte pressioni a favore del giudice Russo, a Tedeschini viene contestata la corruzione della dirigente del servizio idrico di Imperia Gaia Checcucci: secondo la tesi dei pm, la Checcucci aveva affidato una serie di incarichi professionali allo studio legale di Tedeschini in cambio delle pressioni del professore «sulle pubbliche autorità, finalizzati a favorirne la nomina ai vertici delle unità di struttura per la realizzazione del Pnrr». Anche su questo versante, i legali di Tedeschini nel corso dell'interrogatorio di garanzia hanno sostenuto che di pressioni non è stata trovata traccia.
E Tedeschini conversando con gli amici nei giorni scorsi si lasciava andare a uno sfogo, «oltre che per delinquente vogliono farmi passare per ignorante, lo sanno tutti che quelle nomine per il Pnrr seguono regole completamente diverse».
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