Vendetta, vendetta. Forse non c'è bisogno di aspettare la scadenza dell'ultimatum («inaccettabile») dato dalla Lega di Salvini a Flavio Tosi, il sindaco ribelle, intimato di scegliere tra la sua fondazione politica e il Carroccio (incompatibilità comunicata formalmente da Calderoli con una lettera a tutte le segreterie: «Da lunedì fuori chi ha la tessera della Fondazione»). A quanto pare Tosi, se ufficialmente non ha ancora sciolto le riserve, avrebbe già scelto la strada: rottura. Il sindaco, umiliato dal commissariamento, ha iniziato subito a muovere le sue truppe. Ed è partito dai suoi uomini nel consiglio regionale del Veneto, tra cui quattro assessori. L'ordine partito dal segretario della Liga veneta è di prepararsi per creare un gruppo consiliare autonomo, mossa che permette di non dover presentare le firme per una lista alle regionali. Insomma la prova che Tosi ha deciso di giocare una sua partita. Il progetto è una cordata insieme ai centristi dell'Area popolare, cioè Ncd e Udc, e il presidente del consiglio regionale Ruffato (Ncd) sembra confermare: «Tosi esca dalla Lega e si metta alla guida di un polo moderato - dice al Mattino di Padova - Noi saremo al suo fianco». Un supporto potrebbe arrivare anche da Italia Unica, il movimento di Corrado Passera, con cui Tosi ha un ottimo rapporto. Mentre si prevedono ingressi anche da fuoriusciti del centrodestra (Forza italia). A livello regionale Tosi viene stimato tra il 3-4% (alle Europee ha preso 100mila preferenze, poco meno di Salvini), mentre Ncd-Udc pescano un 5-6%. Insomma si potrebbe arrivare ad un 10%, una percentuale che può pesare sui destini elettorali della Regione.
C'è solo un piccolo dettaglio. Il candidato presidente della Lega è Luca Zaia, votato all'unanimità anche da Tosi. E sarà con tutta probabilità sostenuto anche da Forza Italia. Anche qui non c'è ancora l'ufficialità, ma le trattative proseguono, per Salvini «non c'è nessuna preclusione a Fi», il governatore Maroni conferma che nel summit leghista «non si è chiusa la porta alle alleanze con Forza Italia, e mi auguro che si trovi un accordo», mentre Matteoli assicura che gli azzurri «sosterranno Zaia, anche con Tosi in campo». Dunque si andrebbe verso due candidature contrapposte: Zaia sostenuto da Lega e Fi, e Tosi con i centristi (e proprio ieri, per una coincidenza, il sindaco era al Viminale per un incontro con Alfano). Un pastrocchio, e un favore insperato per la candidata Pd Alessandra Moretti, finora data per spacciata. Oppure, altra ipotesi, Tosi farebbe la sua lista ma a supporto di Zaia.
Salvini, che ha inviato in Veneto il commissario Giampaolo Dozzo, non vuole la rottura. «Tosi farà grandi cose insieme a noi. È un ottimo sindaco e per lui ci sarà spazio». Scherzano i tosiani: «Grande spazio? Sì, fuori dalla Lega». Sono convinti che via Bellerio abbia già messo la data di scadenza sulla testa di Tosi, col prossimo congresso della Liga veneta dopo giugno. Considerando poi che tra due anni scade il secondo e ultimo mandato di sindaco, che il leader della Lega lo fa Salvini e nel caso anche il candidato premier del centrodestra, di spazio nella Lega ce n'è poco.
L'altro scenario è uno scontro tra Lega lombarda e Liga veneta, col consiglio previsto per domani, dove il segretario Tosi conterà le proprie forze. Lì il sindaco potrebbe svelare le carte. E sarà chiaro se il centrodestra riuscirà a complicarsi la vita persino in Veneto.
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