Ancora tensioni in maggioranza sul decreto Ong. Ieri è stato respinto il ricorso della Lega contro la dichiarata inammissibilità in commissione Affari Costituzionali e Trasporti della Camera - presiedute dagli alleati Forza Italia e Fdi - degli emendamenti presentati dal Carroccio. Che puntava a ripristinare alcune norme dei decreti sicurezza voluti da Salvini quando era ministro dell'Interno, e a introdurre una stretta sulle associazioni e le cooperative che si occupano di immigrazione. Ma è arrivato lo stop dai presidenti delle commissioni contro cui la Lega ha fatto ricorso, ma è stato bocciato. «Siamo molto sorpresi dalla decisione degli alleati, che usano cavilli tecnici per nascondere una scelta politica», attacca il capogruppo leghista Igor Iezzi. Ma Matteo Salvini minimizza: «I due capigruppo della Lega seguono la vicenda, ieri mi sono occupato di altro, come oggi mi occupo di altro. Ho totale fiducia nel ministro Piantedosi. Irritazioni? Zero. Diciamo che la maggioranza in questi tre mesi ha dato prova di compattezza assolutamente encomiabile». Anche da Forza Italia e FdI piovono rassicurazioni, la decisione di non ammetterle gli emendamenti sarebbe «esclusivamente di natura tecnico-giuridica». Il capogruppo degli azzurri Alessandro Cattaneo, spiega che «non c'è stata alcuna valutazione di natura politica, ma puramente tecnica: quegli emendamenti non incidevano sulla materia oggetto del decreto ma sulla gestione dell'immigrazione in senso più ampio. Nazario Pagano, presidente della I Commissione, ha agito sulla scorta di una valutazione tecnica, come è giusto che sia. Nel merito possiamo anche condividere molti di quegli emendamenti, ma la nostra serietà ci impone di dire che non era questo il decreto in cui inserirli». Per Tommaso Foti, capogruppo di Fdi alla Camera, i presidenti di commissione «non possono far altro che applicare il regolamento, sicuramente non c'è un interferenza politica». Nessuna divisione nel merito, precisano anche i deputati Alessandro Urzi e Fabio Raimondo, capigruppo di FdI nelle due commissioni: «Non c'è nessun caso politico, nessuna spaccatura nella maggioranza: gli emendamenti presentati non rientravano nel perimetro del decreto stabilito in Cdm. Quanto deciso oggi non modifica in alcun modo l'attenzione che il governo conferisce al tema immigrazione che sarà trattato con l'incisività che merita e in maniera organica». Secondo fonti parlamentari di Forza Italia e Fdi citate dall'Agi, ci sarebbero però state delle perplessità tra alleati sull'opportunità di inasprire il clima già teso sul fronte migranti.
Si sarebbe dunque calcolato anche il rischio di un ostruzionismo a oltranza che avrebbe rallentato l'iter del decreto, atteso in Aula della Camera il 2 febbraio, prima di passare al Senato per essere convertito in legge entro i primi di marzo.
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