"Le Lega è con la Nato Serve un'Europa più forte"

Il leghista: "Non è un mistero che sulla Russia guardiamo alle posizioni di Macron e Scholz"

"Le Lega è con la Nato Serve un'Europa più forte"

Massimiliano Romeo, capogruppo della Lega al Senato, tratteggia il posizionamento geopolitico del suo partito. E spiega le priorità che accompagnerebbero il centrodestra al governo in caso di vittoria alle ormai imminenti elezioni.

Senatore, come vi state avvicinando all'appuntamento elettorale?

«Non dobbiamo sottovalutare nessuno e dobbiamo pensare a noi: questo è il punto di partenza. Poi, rispetto al programma elettorale, noi pensiamo che serva soprattutto una visione futura di Paese. Da una parte serve rispondere ai problemi dell'inflazione e delle politiche energetiche, dall'altra dobbiamo occuparci dei giovani, delle politiche per la natalità, dell'ambiente e così via. I cittadini ci parlano soprattutto di futuro».

Il vostro partito vorrebbe rivelare i nomi di alcuni ministri prima del voto, giusto?

«Noi crediamo molto nel concetto di squadra. La situazione odierna ha una necessità: che i processi vengano gestiti dalla migliore classe dirigente possibile. Del resto, è abbastanza noto che in molti credano che la Lega abbia un'ottima classe dirigente sia sui territori che al governo del Paese. Non si può ragionare in termini di uomo solo al comando. Ci vuole la consapevolezza delle difficoltà: gli argomenti sul tavolo dell'attualità non sono semplici».

Si fa un gran parlare delle vostre posizioni in geopolitica, specie in relazione alla guerra scatenata in Ucraina dalla Russia.

«Noi siamo fermamente all'interno dell'alleanza atlantica e del quadro europeista: questo è fuori discussione. Una volta chiarita questa posizione, aggiungo che è in questo contesto che rispetteremo le scelte che l'alleanza atlantica e l'Europa metteranno in campo. Poi, tanto nei Paesi Ue quanto in quelli Nato, possono esistere posizioni più sfumate. Nel novero di queste differenze, noi siamo di sicuro più vicini alle posizioni del presidente francese Emmanuel Macron ed al cancelliere tedesco Olaf Scholz. Entrambi infatti spingono con più determinazione per una soluzione diplomatica della crisi».

Con l'Italia che deve diventare protagonista, giusto?

«Noi abbiamo richiesto nero su bianco che nel programma elettorale della coalizione di centrodestra venisse chiarito un punto, ossia che serve più Italia in Europa e più Europa nel mondo. Il Belpasese deve gestire i processi europei, e non subirli. Alla stessa maniera, l'Europa deve avere una politica estera in grado d'incidere rispetto al piano internazionale. Faccio un esempio pratico: la Turchia ha giocato un ruolo decisivo rispetto al dossier del grano ucraino. Noi vorremmo che l'Europa, e l'Italia in primis, abbiano un ruolo più attivo sullo scacchiere globale».

Dopo due anni, torna Pontida.

«Certo, il prossimo 18 settembre sarà come sempre una festa delle identità. Le elezioni politiche non saranno soltanto una sfida numerica ma anche e soprattutto una partita tra due visioni del mondo molto diverse: da una parte la cultura mondialista, dall'altra ci siamo noi che vogliamo invece salvaguardare le nostre radici la nostra storia e la nostra tradizione».

Come giudica quello che sta succedendo nel centrosinistra?

«Guardi: nel centrosinistra c'è un'accozzaglia che ha come unico obiettivo quello di evitare il governo di centrodestra. Nel nostro schieramento, invece, c'è una base valoriale comune. Per anni si è fatto un gran parlare della necessità di garantire stabilità. Mi pare che ci sia la prova di come questa stabilità possa essere garantita con maggiore facilità dal centrodestra. Noi abbiamo delle differenze che poi, nell'insieme, diventano una ricchezza.

Nel centrosinistra, invece, si stanno alleando soltanto in funzione dell'avversario, pensandola in maniera molto diversa su molti punti essenziali. Non mi pare che questo sia il modo migliore per ottenere la tanto agognata stabilità».

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