Milano. Il Teatro Manzoni è gremito, tanto che qualcuno non riesce nemmeno a entrare. In sala campeggia uno striscione: «L'autonomia è l'unica via». Ad attendere Matteo Salvini, che ieri ha riunito a Milano lo stato maggiore della Lega a partire dai cinque ministri lombardi, c'erano i Giovani Padani con tanto di coreografia e di fumogeni verdi e bianchi. A pochi giorni dalle regionali è l'occasione per tirare la volata di Attilio Fontana, ma anche per blindare la riforma dell'autonomia: «Martedì va in preconsiglio dei ministri», assicura il ministro Roberto Calderoli. Ma non sarà uno scalpo da esibire in vista delle regionali. «Anche perché continua Calderoli Fontana stravincerà lo stesso, con i concorrenti che ha». Insomma delle elezioni «non me ne frega niente perché questa è una cosa che va al di là». Ad ogni modo «se vogliamo l'autonomia dobbiamo convincere il centro e il sud che può essere un volano per tutti». E persuadere anche chi un tempo si diceva d'accordo mentre oggi ha cambiato idea. Come il governatore Stefano Bonaccini «che finché non era in corsa per la segreteria Pd punge il ministro era il più grande sostenitore». Secondo Salvini ha fatto più Calderoli in tre mesi «che qualche chiacchierone in anni», e l'autonomia «conviene a tutti. Gli unici a non volerla sono gli amministratori incapaci». Il segretario difende la sua squadra e cita pure il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi, vicino al Carroccio pur senza avere la tessera: «Deve recuperare tre anni di porti aperti». Le parole più dolci sono per il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti: «Sono anni che cercano di dividerci ma su questo palco c'è una famiglia unita che va al di là della politica». Il titolare del Mef fa sapere che oltre all'autonomia in settimana arriverà anche una proposta «per rivedere una serie di regole» e avere tempi più brevi sul Pnrr. La ministra della Disabilità Alessandra Locatelli ripercorre il lavoro fatto in Lombardia quando era assessore, mentre Giuseppe Valditara, a capo dell'Istruzione, ritorna sulle polemiche per gli stipendi degli insegnanti da equiparare al costo della vita sottolineando che «il dibattito è aperto» anche «per una questione di equità e continuità nella didattica». Da «nord a sud», dunque, «la vera sfida è capire come fare affinché gli insegnanti non abbiano una forte penalizzazione». Intanto Salvini ribadisce che l'unità non è solo nella Lega, ma anche nel centrodestra di governo: «Andiamo d'amore e d'accordo e andremo avanti per cinque anni. Giorgia Meloni sta facendo un lavoro eccezionale e Silvio Berlusconi è stato, è e sarà sempre un grande italiano che ha cambiato la politica, l'editoria, lo sport e la pubblicità». Una cosa proprio non va giù al capo del Carroccio ed è la presenza del presidente ucraino Volodymyr Zelensky al festival di Sanremo: «Non è con queste apparizioni che metti fine a una guerra». Salvini non gradisce nemmeno l'idea dell'Europa di mettere al bando le macchine a benzina e diesel dal 2035: «Non mi stupirebbe se dopo il Qatargate uscisse anche un Chinagate. Se ci impongono di andare in giro tutti con l'elettrico per arricchire la Cina abbiamo il dovere di dire di no». Sulla Lombardia, invece, il leghista sembra più disteso: «Se la governiamo da 30 anni qualche motivo ci sarà. La sinistra prenderà una mazzata». Ma Fontana rimane concentrato sull'obiettivo, anche se i sondaggi lo danno in larghissimo vantaggio: «Non abbiamo ancora vinto nulla. Lo faremo il 12 e 13 febbraio».
E comunque «aspettiamo a dire che la Lega non sarà il primo partito conclude il governatore e anche se ci sarà qualcuno davanti a noi non credo cambierà nulla: in questi cinque anni non abbiamo mai prevaricato nessuno».
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