Legge elettorale, Grillo blocca il dissenso dei big Cinque Stelle

Malumori di Fico e Taverna sulla nuova legge elettorale. Ma Grillo li stoppa: "il testo va bene così. Rispettino gli iscritti". Il Pd, però, lavora già al piano B

Legge elettorale, Grillo blocca il dissenso dei big Cinque Stelle

"Il MoVimento 5 Stelle chiede di andare al voto dal 4 dicembre e sin da allora abbiamo proposto di approvare una legge elettorale costituzionale che permettesse di farlo". Ancora una volta è Beppe Grillo a mettere a tacere i mal di pancia dei suoi. "Il modello tedesco - ricorda - è stato votato a stragrande maggioranza dai nostri iscritti con oltre il 95% delle preferenze". E invita i portavoce del movimento a rispettare questo mandato: "Il testo depositato in commissione mercoledì sera corrisponde al sistema votato dai nostri iscritti - bacchetta il comico - proporzionale con 5% di sbarramento e divisione tra seggi proporzionali e collegi uninominali con predominanza dei primi per assegnare i seggi".

Il Movimento 5 Stelle è chiamato per la prima volta alla prova del dialogo con il "nemico" di sempre, il Pd, su un tema cruciale come la legge elettorale. La diffidenza dei grillini verso gli altri partiti fa rimanere alto il livello d'allerta: vanno lette in questa chiave alcune uscite critiche registrate oggi da big del Movimento. Roberto Fico, che da Napoli definisce "per nulla scontato" l'accordo col Pd, si è poi fiondato a negare l'esistenza di malumori tra i Cinque Stelle. Anche Paola Taverna avrebbe smussato i toni rispetto alle prime dichiarazioni di ostilità. Di fondo, resta il timore di rimanere invischiati in dinamiche alle quali i grillini non sono abituati.

Per il momento la linea è di andare avanti con la trattativa condotta da Danilo Toninelli. Senza rinunciare alla possibilità di inserire modifiche sostanziali al testo presentato dal relatore dem Emanuele Fiano. A mettere nero su bianco questo concetto è stato Luigi Di Maio che in Transatlantico ha parlato di "per nulla scontato" con i dem. "Non siamo agli ultimatum - ha, poi, aggiunto - e non c'è una rottura". Grillo, però, rilancia la necessità di apportare dei correttivi di governabilità "che possano evitare il grande inciucio post elettorale. Correttivi che - sottolinea sul proprio blog - potrebbero permettere ad un solo partito di avere la maggioranza dei seggi in Parlamento raggiungendo circa il 40% dei voti. Il proporzionale tedesco ha garantito al partito della Merkel il 49% dei seggi con il 41% dei voti". Anche se il sistema tedesco non prevede preferenze in ogni caso Grillo farà indire le parlamentarie online su Rousseau.

Per i Cinque Stelle rimangono, dunque, diversi nodi da chiarire. Si va dalla distribuzione dei collegi alla composizione delle circoscrizioni, passando per la configurazione della futura scheda elettorale. I grillini chiedono l'introduzione del voto disgiunto, che sarà oggetto di uno degli emendamenti grillini al testo di Fiano.

"Il voto non disgiunto sembra fatto su misura per il Pd - spiega, infatti, un esponente di peso - è molto simile a un collegio maggioritario: va a vantaggio dei partiti molto radicati sul territorio e danneggia movimenti d'opinione come il nostro". La strada, però, è stretta. E il Pd ha già fatto capire qual è l'alternativa all'intesa sul sistema tedesco. Se il Movimento 5 stelle si sfila, si torna al Rosatellum.

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