Una persona non riesce più a pagare il mutuo. Cerca un accordo con la banca che, per tutta risposta, mette la casa all'asta e incassa lasciando il mutuatario nei debiti e nella disperazione.
Una scena vista migliaia di volte; un meccanismo perverso che ora è destinato a terminare. Lo evidenzia la sentenza della seconda sezione civile del tribunale di Busto Arsizio. È la storia di una donna - la chiameremo Stefania - che si trova travolta dai debiti. Racconta il suo avvocato Claudio Defilippi: «I debiti ammontavano a quasi 400mila euro, tra mutuo, cartelle esattoriali e spese di condanna per vari ricorsi persi. Quando alcuni creditori hanno iscritto ipoteca sul suo immobile, abbiamo cercato un accordo con la banca mutuataria, facendo istanza di legge 3 sul sovraindebitamento con l'accordo tra i creditori».
La legge 3, introdotta nel 2012, è ad ora l'unico reale cuscinetto contro la crisi per risolvere gravi situazioni debitorie. Prevede tre tipi di piani di rientro. Il primo è il piano del consumatore. Il secondo è un accordo con i creditori. Ma, nel caso di Stefania, non c'è stato verso: «La banca ha ottenuto di mettere la casa all'asta e l'immobile è stato venduto per 195mila euro». Ora ci si immagina quanto possa accadere: «La banca avrebbe dovuto incassare i soldi dell'asta e la signora avrebbe avuto ancora circa 200mila euro di debiti. Una situazione da cui sarebbe stato impossibile uscire».
Succede però che Stefania chieda di aderire in extremis al terzo tipo di formula della legge 3, quello con la liquidazione patrimoniale. «Le cose sono radicalmente cambiate». Già, perché il giudice Elisa Tosi ha di fatto resuscitato il bene prima che fosse trasferito, dichiarando improcedibile l'esecuzione e mettendo l'intero ricavato nelle mani del liquidatore nominato dal tribunale. «A mia memoria è la prima volta che accade che una casa già venduta sia riportata in vita dal giudice. Ora conclude Defilippi non solo la banca prenderà più o meno il 30-40% del ricavato della vendita, ma la signora non risulterà più aggredibile. Tutti i suoi debiti si estinguono qui.
Da una parte questo insegna come la legge 3, con la liquidazione patrimoniale, possa azzerare debiti con risparmi fino all'80-90%. Dall'altra dovrebbe mettere un freno al meccanismo automatico delle messa all'asta degli immobili da parte delle banche. Un accordo con il debitore avrebbe certamente fruttato di più all'istituto di credito».
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