La sinistra italiana, si sa, ha una tendenza all'atomizzazione ormai storica. Quando può dividersi, lo fa e una volta fatto si divide anche quando sembra impossibile.
L'ultima è davvero clamorosa. Gli scissionisti del Pd si scindono al loro interno. Sembra incredibile, ma è vero. A poco più di un mese dall'addio alla casa dem, Rossi, Speranza e Bersani tornano a litigare. E questa volta lo fanno fra di loro.
I leader del Movimento Democratici e Progressisti, quando ancora non si era placato l'eco della polemica interna al partito di via Sant'Andrea delle Fratte, hanno già trovato il modo di bisticciare in occasione della presentazione del simbolo della nuova compagine elettorale. Roba da oscar.
I primi malumori sarebbero stati espressi dal governatore della Toscana Enrico Rossi, risentito perché escluso dalla prima fila della foto opportunity. Uno sgarbo che non è sfuggito a Roberto Speranza - in prima fila e al centro della foto - che invece è stato costretto a chiamare Rossi per scusarsi.
Inoltre ci sarebbe un diffuso malpancismo contro un presunto strapotere dei bersaniani, accusati di aver già occupato tutte le posizioni che contano e soprattutto di non aver sciolto le associazioni extrapartitiche di provenienza, come richiesto invece da Massimo D'Alema.
E contro Bersani sono arrivate anche le bordate di un esponente della sinistra solitamente assai mite: l'ex sindaco di Milano Giuliano Pisapia, che con il suo Campo Progressista è considerato uno dei pontieri fra il Pd che uscirà dalle primarie e tutte le formazioni di sinistra pronte a federarsi in una coalizione "ripulita" - così chiedono - da ogni alleanza con formazioni grandi o
piccine di centro e centrodestra. "Bersani ha l'incubo dello streaming - ha sibilato Pisapia - Sono stato molto colpito dalle sue tesi sui rapporti fra M5s e Mdp". Se continuano così, manca poco che annuncino l'auto-scissione.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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