Salgono le quotazioni della Casellati per l'incarico esplorativo del Quirinale. La presidente (così vuol essere chiamata, non «presidentessa») del Senato può contare su una solida rete di relazioni che in queste ore può risultare decisiva per comporre il puzzle, anche perché la galassia dei rapporti è trasversale pur essendo etichettata come «berlusconiana di ferro». Nei giorni della sua elezione non è sfuggito il plauso di una figura molto lontana dal Cavaliere, ovvero il presidente emerito Giorgio Napolitano, che ha fatto di sapere di avere un «ottimo ricordo» della Casellati. Relazioni che si possono rintracciare nei tempi dei Csm, presieduto dall'ex capo dello Stato quando la Casellati fu eletta consigliera laica. E proprio dagli stessi ambienti è arrivato un altro segnale di apprezzamento, con il vicepresidente del Consiglio superiore della magistratura, l'ex sottosegretario dei governi Pd Giovanni Legnini («La Casellati ha grande professionalità e senso delle istituzioni»). Sempre come lascito della stagione nel massimo organo di autogoverno della magistratura la presidente del Senato può contare su un buon rapporto con le diverse anime del Csm, ancora più ravvicinato con la corrente di Magistratura Indipendente e il suo magistrato di riferimento Cosimo Ferri, già sottosegretario dell'esecutivo Renzi, ora deputato Pd.
Ma ovviamente gli sponsor più diretti vanno cercati nel partito della Casellati, e ai massimi vertici. La sua vicinanza a Niccolò Ghedini, come lei avvocato padovano (i due studi legali sono anche vicini) e consigliere strettissimo di Berlusconi, è cosa nota. Ma dentro Forza Italia fanno notare che sul nome della Casellati si è registrato un allineamento cosmico nella costellazione azzurra che non è poi così frequente. Anche Gianni Letta, non sempre in sintonia con le strategie dell'avvocato del Cavaliere, è infatti considerato un influente supporter della Casellati, e dietro l'ascesa dell'elegantissima legale padovana ci sarebbe proprio il lavorìo dello storico braccio destro di Berlusconi a Palazzo Chigi, un suggeritore ascoltato anche in ambienti altrimenti ostili ai berlusconiani.
Oltre a ciò, come ricorda l'Agi, la presidente del Senato conta da anni su una rete di rapporti di cordialità con la struttura di Palazzo Madama, con cui ha una indubbia consuetudine visto che lo frequenta come senatrice ininterrottamente dal 1994, per sei legislature consecutive con quella attuale. Nonostante si sia occupata per conto di Forza Italia di giustizia, tema fonte di guerre politiche, anche a sinistra la Casellati ha raccolto simpatie (Zanda del Pd: «La Casellati ha imparzialità e competenza»). E persino tra i grillini si registrano aperture imprevedibili. Non solo per la visita di Roberto Fico, ascrivibile alla cortesia istituzionale dovuta tra seconda e terza carica dello Stato, ma anche alla sintonia tra la Casellati e i grillini sulla proposta di coordinare i questori di Camera e Senato per la riforma dei vitalizi.
Fa un certo effetto leggere la dichiarazione «accogliamo con piacere l'inizio di un dialogo con la presidente Casellati e auspichiamo si possano trovare soluzioni condivise», sapendo che l'autrice è Paola Taverna, senatrice-ultràs della curva sud M5s.
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