La colpa dell'amico di Ramy, spunta il bonus rimpatrio e Milei: quindi, oggi...

Quindi, oggi...: il clamoroso video dell'inseguimento di Corvetto, la discesa in campo di Ruffini e Milei

La colpa dell'amico di Ramy, spunta il bonus rimpatrio e Milei: quindi, oggi...

- Il centro del centrosinistra è decisamente alla frutta. Morto. Finito. Se deve affidarsi allo sconosciuto direttore dell’Agenzia delle Entrate per federare i partitini che vanno da Renzi a Calenda, passando per i cattolici senza casa, stanno freschi. Sia chiaro: Ernesto Maria Ruffini sarà una bravissima persona, come dice Prodi “conosce il Paese (di sicuro le sue dichiarazioni dei redditi), ma è sconosciuto e a quanto ci risulta poco capace di scaldare i cuori. Una sorta di Mario Monti che non ce l'ha fatta, con la pecca ancor più tragica di aver guidato il Fisco per anni, cioè l’ente più odiato dai “borghesi moderati” il cui voto dovrebbe andare a conquistare. Avete idea a quanti milioni di elettori ha fatto recapitare una cartella esattoriale in questi anni? Mi volete dire che gli avversari politici non glielo farebbero notare ogni tre per due? I titoli si sprecano: “Mr Tasse guida il campo largo”. Annamo bene.

- Trovo stupenda la frase di Javier Milei, oggi a Roma per ricevere un premio: "Io detesto lo Stato: sono dentro per poterlo distruggere". Prendiamo i popcorn e godiamoci lo spettacolo del primo esperimento di anarco-capitalismo reale.

- Ernesto Maria Ruffini assicura che non scenderà in campo. Se ha imparato a fare promesse da Lucia Annunziata, stiamo freschi.

- Resta ancora un mistero glorioso il motivo per cui il governo Meloni, salito al potere, abbia lasciato l’Agenzia delle Entrate nelle mani di un signore nominato da altri e che forse un giorno diventerà leader dell’opposizione. Mah.

- Chi scrive è dell’idea che chiunque intenda indossare il velo islamico è libero di farlo. E poi tra il burqa e le tette al vento delle femministe ci sarebbe una giusta via nel mezzo che può anche contemplare l’hijab, se per libera scelta. Però quando si parla di certi argomenti occorre anche fare la tara sull’educazione ricevuta: sentir dire da una siriana che “Allah ci ha omaggiate con l’obbligo dell’uomo di provvedere a noi” non è proprio il miglior viatico per l’emancipazione della donna. Se al mondo esiste ancora una cultura patriarcale, nel senso inteso dalle femministe occidentali oggi, ecco dove si palesa.

- Altro appunto, sempre sull’interessante intervista di Andrea Nicastro a tre donne siriane. Dice una di loro: “Prendiamo il divorzio. Per la Sharia, la legge islamica, l’uomo può ripudiare la moglie mentre lei deve chiedere al giudice. Però le musulmane divorziano. Invece per i cristiani è vietato”. Verissimo. Ma i cristiani lo vietano moralmente sia all’uomo che alla donna, a parità di condizioni, e questo fa tutta la differenza del mondo.

- Poi sia chiaro: su Al Jolani e il suo governo di ribelli non si può che sospendere il giudizio, in attesa di quello che verrà. La speranza è che non finisca come la Libia che, quindici anni dopo la presunta primavera araba, è ancora lì a leccarsi le ferite.

- Stupendo quell'estratto del programma di Corrado Augias in cui sia il conduttore che Giordano Bruno Guerri ammettono che "Mussolini ha fatto anche cose buone". Sembra assurdo, ma nel Paese dei Saviano (che lanciò l'hasthag "Fascismo nulla di buono" e definì un "pensiero imbecille" l'idea di riconoscere alcuni meriti al Duce) è una mezza rivoluzione.

- Fares Bouzidi, l’amico di Ramy Elgaml, è stato interrogato in Procura a Milano e ha raccontato la sua verità mentre Paolo Del Debbio mandava in onda il video clamoroso delle manovre azzardate dello scooter per sfuggire alle auto dei carabinieri. Come atteso, vero o meno che sia, Fares ha riferito di essere stato toccato dalla gazzella dei carabinieri, impatto che lo avrebbe fatto cadere finendo sul palo che ha poi ucciso l’amico che era dietro. Impossibile immaginare potesse affermare qualcosa di diverso, vista la presenza del testimone che parla di contatto tra auto e scooter, e soprattutto considerata l’accusa di omicidio stradale che si ridimensionerebbe non poco se i carabinieri lo avessero davvero toccato. Quello che sorprende della sua deposizione, tuttavia, è altro. Ovvero la futilità della motivazione che quella sera lo ha spinto a correre per 8 chilometri ad alta velocità, imboccando anche strade contromano, superando a destra, bruciando i rossi, rischiando di ammazzare qualcuno. Fares racconta di essere scappato “per paura, perché non ho la patente”. Cioè, vi rendete conto? Un ragazzo di 19 anni ha perso la vita perché l’amico non voleva perdere il privilegio di guidare o non voleva farsi sequestrare il TMax. Non so se questo configuri un reato, ma ad aver messo a repentaglio la vita di Ramy è chi non si è fermato e non l'ha fatto scendere per un egoistico calcolo personale. Ed è tremendo.

- Di nuovo scontri, sempre a Torino, tra studenti e polizia in occasione dello sciopero generale odierno. Vien quasi voglia di ritirare gli agenti in caserma e lasciare mano libera ai facinorosi di spaccare le città: ma perché dobbiamo trasformare i poliziotti i pungiball per questi qui?

- Sulla Siria, ecco a voi il posizionamento dei grandi giornali. Il Corriere della Sera crede alla svolta dei ribelli islamici, convinto che al Jolani e i suoi amichetti col barbone non imporranno la sharia in stile Isis. Repubblica, invece, è più cauta e riporta i timori delle ragazze che non vogliono la legge islamica. Una 20enne, per dire, due giorni fa si è sentita urlare da alcuni miliziani “copriti i capelli”, cosa che sotto Assad - che lei non rimpiange - non accadeva. Vedremo.

- L’Austria ne inventa una che nemmeno Giuseppe Conte: invece del Superbonus, il “bonus rimpatrio”. In pratica lo Stato darà mille euro ai siriani che intendono tornare al loro Paese visto che le procedure di asilo per loro saranno sospese per un bel po’.

- Mattarella incontra Abu Mazen e chiede che “la soluzione due popoli due stati sia immediata”.

L’inutilità delle dichiarazioni politiche. Sono decenni che questa frase “due popoli due Stati” viene ribadita a più non posso. Ma forse porta sfiga farlo: più la declamano, meno si avvicina il giorno in cui il desiderio diventa realtà.

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