"Su @7Corriere lancio proposta di #dote per i #diciottenni", firmato Enrico Letta. Il segretario del Partito democratico anticipa quindi su Twitter parte del contenuto di un'intervista concessa al settimanale de "Il Corriere". "Per la generazione più in crisi un aiuto concreto per studi, lavoro, casa. Per essere seri va finanziata non a debito (lo ripagherebbero loro) ma chiedendo all'1% più ricco del paese di pagarla con la tassa di successione", conclude l'ex premier.
Un obiettivo a cui Letta punta con forza e per arrivare al quale sarebbe addirittura disposto a scendere a patti con uno dei suoi principali rivali politici, il leader del Carroccio Matteo Salvini."Per la dote ai diciottenni sarei disposto a venire a patti anche sulla legge elettorale", spiega il leader dei dem al giornalista nel corso dell'intervista. "Il mio sogno è trattenere i ragazzi italiani in Italia, senza però farli restare in casa con mamma e papà fino a trent’anni. Il problema principale del nostro Paese è che non fa più figli. Ci vuole una dote per i giovani, finanziata con una parte dei proventi della tassa di successione, e un accesso ai mutui-abitazione anche per chi non ha genitori in grado di fornire garanzie".
La manovra
Un provvedimento che sarebbe quindi da finanziare con un incremento della tassa di successione che andrebbe a colpire in modo proporzionalmente progressivo tutti quei patrimoni che superano il milione di euro. L'aliquota massima applicabile verrebbe a scattare, invece, al di sopra dei 5 milioni di euro, una soglia più bassa rispetto a quella stabilita in altri Paesi dell'Unione Europea.
Una riforma per la quale esercita forti pressioni non solo il Partito democratico, che presenterà una specifica proposta di legge, ma anche il fronte dei liberali il cui punto di riferimento resta Mario Monti. Per i sostenitori della manovra le nostre tasse di successione sono tra le più basse in tutto il vecchio continente.
Si dovrebbe trattare di una misura della durata di cinque anni, dedicata a giovani di età compresa tra 13 e 17 anni i quali, al compimento del 18° anno dovrebbero incassare un assegno del valore di ben 10mila euro. Tra i requisiti primari richiesti il reddito medio/medio-basso della famiglia di appartenenza, certificato ovviamente tramite l'Isee. Calcolando che in media sono circa 560mila i ragazzi ad arrivare al traguardo della maggiore età ogni 12 mesi si possono stimare all'incirca 280mila beneficiari. I 10mila euro, almeno stando al progetto iniziale dei dem di Letta, potranno essere impiegati solo per istruzione/formazione al lavoro, lavoro/piccola imprenditoria ed infine per casa/alloggio.
La replica di Forza Italia
Sull'argomento è arrivata la pronta replica di Forza Italia, che chiude le porte ad una possibilità di accordo con i dem. "Tassa di successione per finanziare una dote ai diciottenni? Fintanto che al governo ci saranno Forza Italia e il centrodestra, Enrico Letta si scordi qualsiasi irricevibile aumento di tasse", ha dichiarato Roberto Occhiuto, capogruppo di Forza Italia alla Camera dei deputati. "Il segretario dem vuole mettere le mani nelle tasche degli italiani? Lo dica ai cittadini in campagna elettorale e proponga al Paese un esecutivo di sinistra con al primo punto programmatico l’aumento della pressione fiscale. Per quanto ci riguarda quella di Letta è un’idea non percorribile da questo governo di unità nazionale che ha come obiettivi il superamento dell’emergenza sanitaria ed economica”, ha concluso.
Draghi: "Tassa di successione? Mai parlato"
A frenare gli entusiasmi dei dem anche il premier Mario Draghi. Interrogato sulla questione nel corso della sua conferenza stampa a Palazzo Chigi, il presidente del Consiglio ha dichiarato: "Non ne abbiamo mai parlato.
Comunque questo non è il momento di chiedere i soldi ai cittadini ma di darli".E ancora: "Ora, la riforma del fisco non si fa a pezzettini. L’importante ora è fare una legge delega sulla riforma fiscale e poi nominare una commissione che se ne dovrà occupare".
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