L'Europa approva le nuove case green con il no dell'Italia. Giorgetti: "Chi paga?"

La direttiva sulle case green è legge. Il Consiglio della Ue ha infatti approvato la proposta di direttiva per le prestazioni energetica in edilizia

L'Europa approva le nuove case green con il no dell'Italia. Giorgetti: "Chi paga?"
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La direttiva sulle case green è legge. Il Consiglio della Ue ha infatti approvato la proposta di direttiva per le prestazioni energetica in edilizia. È bastata la maggioranza qualificata dell'Ecofin con l'astensione di Croazia, Repubblica ceca, Polonia Slovacchia e Svezia e con i due voti contrari di Ungheria e Italia, per far ottenere il «visto» alla norma che impone all'edilizia abitativa standard più rigidi per evitare la dispersione di calore e per aumentare il risparmio energetico.

Il voto dei ministri dell'Economia chiude quindi l'iter legislativo del documento, già oggetto di accordo inter-istituzionale e approvato dall'Aula di Strasburgo. Con le nuove regole dal 2030 tutti gli edifici di nuova costruzione dovranno essere a emissioni zero. Il nuovo dispositivo Ue prevede che gli stati possano scegliere di esentare edifici specifici dalle norme, come palazzi storici, luoghi di culto o edifici di proprietà delle forze armate. Gli stessi Stati dovranno garantire che il consumo medio di energia primaria degli edifici residenziali sarà ridotto del 16% nel 2030 e del 20-22% nel 2035. Almeno il 55% della riduzione energetica sarà ottenuta attraverso la ristrutturazione degli edifici più deteriorati, che rappresentano il 43% degli edifici.

Negli sforzi di rinnovamento metteranno in atto misure di assistenza tecnica e di sostegno finanziario, con particolare attenzione alle famiglie vulnerabili. Per decarbonizzare il settore edilizio, i piani nazionali di ristrutturazione degli edifici includeranno una tabella di marcia con l'obiettivo di eliminare gradualmente le caldaie a combustibili fossili entro il 2040. Le nuove norme garantiranno l'attuazione di impianti idonei di energia solare nei nuovi edifici, negli edifici pubblici e in quelli esistenti non residenziali in fase di ristrutturazione che richiedono un permesso.

A spiegare il voto dell'Italia ci pensa lo stesso responsabile dell'Economia. «Oggi a Lussemburgo abbiamo votato contro la direttiva sulle case green - racconta il ministro Giorgetti -, l'iter si è purtroppo concluso. La posizione italiana è nota. Il tema è chi paga?, visto che abbiamo in Italia delle esperienze abbastanza chiare in proposito». L'amaro sfogo del ministro poi si conclude con una considerazione altrettanto amara: «In Italia abbiamo esperienza su questo caso, ci sono stati pochi fortunelli che hanno rifatto le case con i soldi dello Stato, che sono di tutti gli italiani, ed è una esperienza che dovrebbe insegnare qualcosa. È giusto immaginare di rifare tutte le case green ma, ribadisco, chi paga?»

Tutta la maggioranza che sostiene il governo Meloni si è riconosciuta nella posizione espressa all'Ecofin. Un provvedimento «folle» lo definisce Carlo Fidanza, capogruppo di Fratelli d'Italia a Strasburgo. L'europarlamentare si dice comunque soddisfatto almeno nella parte attiva prodotta dai nostri rappresentanti. «Grazie al lavoro del nostro governo e degli europarlamentari del centrodestra italiano - ricorda Fidanza -, il testo è stato limitato nei suoi effetti negativi, soprattutto perché non comporterà più l'obbligo del passaggio di classe energetica per ciascun immobile che avrebbe creato gravi e immediati problemi alle famiglie italiane. Però certamente rimane un testo sbilanciato che comporta oneri eccessivi che non si sa come verranno finanziati».

Il presidente di Confedilizia, Giorgio Spaziani Testa, conserva la speranza in un miglioramento della direttiva e avverte: «È importante chiarire che nessun obbligo di intervento sugli immobili è a oggi previsto. Solo il governo potrebbe imporlo, recependo la direttiva. Ci sono due anni per farlo, ma noi confidiamo che l'esecutivo impieghi questo periodo per far sì che il provvedimento venga modificato nella prossima legislatura europea».

Il centro studi di Unimpresa fa i conti sugli effetti della direttiva per le tasche degli italiani. È in arrivo, spiegano, un conto da 270 miliardi di euro.

Su quasi 12,5 milioni di unità totali, sono oltre 7,6 milioni (61%) gli immobili di classe energetica F e G quindi rientranti fra quelli che, sulla base delle nuove regole, dovranno essere riqualificati, con importanti investimenti a carico di famiglie e imprese.

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