L'Europa vede nero: "La recessione è certa"

Gentiloni: "I rischi aumentano". Orcel (Unicredit): "La Bce deve essere cauta"

L'Europa vede nero: "La recessione è certa"

Ormai il problema non è più il «se» ma il «quanto». L'Ue «corre il serio rischio di andare in recessione», si è lasciato sfuggire un alto funzionario in vista dell'Eurogruppo che domani si svolgerà a Praga. «Le limitazioni dovute all'accessibilità del mercato energetico avranno un riflesso sulle prospettive di crescita», ha aggiunto. Anche il commissario Ue agli Affari economici, Paolo Gentiloni ha confermato questa lettura. «L'incertezza rimane eccezionalmente elevata e il rischio di una recessione è in aumento. Le prospettive dipendono in modo cruciale dall'andamento dei mercati energetici», ha detto alludendo allo stop totale delle forniture da Mosca. Gentiloni ha aggiunto che «non è tutto nero» dato che «il Pil Ue è cresciuto dello 0,8% nel primo trimestre e di un altro 0,7% nel secondo e la disoccupazione è al minimo storico del 6%».

Proprio l'andamento positivo dei dati macroeconomici potrebbe convincere oggi il Consiglio direttivo della Bce ad aumentare i tassi dello 0,75% e non dello 0,5 inizialmente preventivato. D'altronde, un'inflazione al 9% si combatte in questo modo accollandosi i rischi di recessione che una stretta monetaria porta con sé. Secondo l'amministratore delegato di Unicredit, Andrea Orcel, «tutti si aspettano una recessione» in Europa ma il tema vero è capire «quanto sarà profonda». Il banchiere, nel corso di un intervento a Francoforte, ha anche dichiarato che combattere l'inflazione è «fondamentale» ma che se la Bce alzasse i tassi oltre il 2% «danneggerebbe l'economia». Valutazione condivisa anche dall'ad di Deutsche Bank, Christian Sewing. I prezzi dell'energia resteranno alti «per diverso tempo» creando «una minaccia alla nostra economia», ha dichiarato aggiungendo che «non saremo più in grado di evitare una recessione in Germania».

Anche le agenzie di rating sono pessimiste. Standard & Poor's vede un incremento della bolletta energetica di mille miliardi di euro rispetto al 2019 con la chiusura di Nord Stream. L'unica soluzione? Ridurre i consumi del 15% come programmato.

Stessa analisi anche da parte di Goldman Sachs: il risparmio energetico sarà attuato attraverso «la distruzione della domanda», cioè penalizzando produzione e consumi. Lo stop alle forniture russe anche per Fitch significa una sola cosa: «recessione» per Europa, Germania e Italia.

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