«L'hotel Rigopiano andava svuotato»

Per i pm sarebbe bastato intervenire due giorni prima per salvare ventinove vite

Tiziana Paolocci

Ventinove vite potevano, dovevano essere salvate. Ogni giorno nuove sconvolgenti verità sulla tragedia dell'hotel Rigopiano, distrutto il 18 gennaio da una valanga. Quella struttura doveva essere evacuata due giorni prima, anzi, non doveva proprio sorgere lì.

Lo hanno confermano i periti della Procura di Pescara nella relazione legata all'inchiesta sul disastro. «Il bacino valanghivo al termine del quale era ubicato l'hotel aveva tutte le caratteristiche per essere catalogato un sito valanghivo soggetto a fenomeni di magnitudo anche elevata», si legge in un documento firmato da Bernardino Chiaia, Igor Chiambretti e Barbara Frigo. Una conferma a quanto era venuto alla luce già a gennaio, a seguito dell'inchiesta svolta dal Forum H2O, che aveva rilevato come l'edificio fosse stato costruito sui detriti conoidi delle valanghe.

Per i periti, poi, le scosse di terremoto non furono la causa della valanga, che sarebbe stata innescata invece «per carico gravitativo». «L'evento del 18 gennaio - hanno scritto - può essere considerato relativamente eccezionale per la sua entità e magnitudo ma certamente e oggettivamente prevedibile sulla base di analisi, anche routinarie, in materia di geologia, geomorfologia, nivologia, climatologia e ingegneria della montagna».

Si scopre poi che la struttura avrebbe dovuto essere evacuata già nel primo pomeriggio del 16 gennaio. «L'evento meteorologico di precipitazione nevosa - scrivono i consulenti - non poteva essere evitato né mitigato dall'uomo. Viceversa, la mitigazione tempestiva e indiretta delle sue conseguenze lesive e quindi del rischio neve e del collegato rischio valanghe, si sarebbe potuta (e dovuta) attuare con la sospensione temporanea dell'esercizio dell'hotel Rigopiano e la tempestiva evacuazione delle persone presenti ben prima che i quantitativi di neve al suolo rendessero ingestibile la percorribilità della strada provinciale». Alla luce di tutto questo fa rabbrividire ancora di più la battuta fatta al telefono dal dipendente Anas, Carmine Ricca, alle 15.35 del 18 gennaio, parlando con il responsabile del settore viabilità della Provincia, Paolo D'Incecco.

«E insomma, mica deve arrivare a Rigopiano? Perché se dobbiamo liberare la spa, al limite ci andiamo a fare pure il bagno», dice il primo, mentre l'interlocutore ride. Un'ora dopo la valanga cancella l'hotel di Farindola.

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