Alla fine anche Di Maio ha dovuto ammettere: il reddito di cittadinanza andrà anche agli immigrati. Non solo ai cittadini italiani, dunque, ma a tutti. Basterà essere residenti in Italia da 10 anni per mettersi in tasca il sussidio mensile ideato dai grillini. Alla faccia del "sarà una misura rivolta agli italiani".
Dopo giorni di voci che si rincorrevano, il capo politico del M5S è dovuto capitolare. Quando iniziò a circolare la bozza del reddito di cittadinanza, alcuni fecero notare al vicepremier pentastellato che la norma prevedeva la possibilità di accedere al sussidio anche per i migranti in Italia da cinque anni. La "svista", se così si può chiamare, ha fatto irritare i colleghi leghisti e allarmare il centrodestra, e Di Maio aveva assicurato che la norma avrebbe riguardato solo "coloro che sono cittadini italiani". Non sarà proprio così.
Come facevano notare fonti del M5S già ieri sera, gli uffici tecnici dei ministeri stavano lavorando per modificare la bozza del decreto (che in effetti prevede l'assegno anche agli stranieri residenti da 5 anni) puntando ad innalzare la soglia agli immigrati che da 10 anni vivono nel Belpaese. La mossa dovrebbe permettere di licenziare il decreto senza rischiare che la Corte Costituzionale lo dichiari illegittimo.
Esistono dei precedenti. Il bonus mamma (800 euro una tantum) era stato riservato dall'Inps (interpretando il relativo decreto) alle partorienti italiane e negato alle straniere presenti in Italia senza un permesso di soggiorno di lungo periodo. La pratica dell'Inps è stata censurata dal Tribunale di Milano (e altri) e poi confermata anche dalla Corte di Appello. Ecco perché il governo vuole coprirsi le spalle riducendo la platea dei possibili stranieri coinvolti, ma non chiudendo del tutto la porta.
Resta il fatto che Di Maio aveva promesso che il reddito minimo sarebbe finito solo "a coloro che sono cittadini italiani" (testuale) e invece finirà anche agli stranieri. Per uscire dall'angolo, smentendo se stesso, ora Luigino è costretto a "allargare" la norma ai lungosoggiarnanti. "La nostra norma sul reddito di cittadinanza è rivolta agli italiani - promette - Per fare questo innalzeremo il tetto dei lungosoggiornanti, in modo da rispettare le norme europee, ma allo stesso tempo per rivolgere la misura ai cittadini del nostro Paese. Quindi, quei 5 anni che si legge nella bozza del decreto è da modificare, sarà più alto".
Non tutti però hanno mangiato la foglia. Chiedete a Vittorio Di Battista, papà di Alessandro. "Torto ha chi, come dice un detto popolare, 'chi croce non ha, pija dù zeppi e se la fà' - scrive criptico su Facebook - Quindi? Quindi il reddito di cittadinanza si chiama reddito di cittadinanza e va dato a chi è cittadino e gode della cittadinanza. Punto". Il ragionamento, in questo caso, non fa una piega.
"Piantatela di arrovellarvi con i 5 anni, con i 10 anni, con la residenza, con i meritevoli e con quelli di passaggio - aggiunge - Mi sembra che di 'crocì sia più che lastricata la strada di questo Governo e prendere 'dù zeppì per farcene un'altra, sia sbagliato".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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