L'imam cattivo maestro: insegnava ai bambini a sgozzare i miscredenti

Arrestato l'egiziano, era un affiliato all'Isis Ospitò il foreign fighter ceceno Bombataliev

L'imam cattivo maestro: insegnava ai bambini a sgozzare i miscredenti

Insegnava ai bambini il concetto di guerra santa e il valore dei martirio. Abdel Rahman Mohy Eldin Mostafa Omer, 59 anni, cittadino italiano di origine egiziana, aveva trasformato la sede dell'associazione culturale «Al Dawa» in via Zara a Foggia, in una moschea, dove indottrinava all'Isis. E poco importava se i soldati avessero solo dai quattro ai dieci anni.

L'uomo, sposato con un'italiana, è stato arrestato su disposizione della Dda di Bari nel corso di un'operazione congiunta tra Digos e guardia di finanza e dovrà rispondere di partecipazione all'associazione terroristica denominata Isis/Daesh e apologia al terrorismo, aggravata dall'uso di mezzi informatici. L'operazione «Bad Teacher» ha permesso anche di accertare che Abdel Rahman ha ospitato nel suo centro culturale il foreign fighter ceceno Eli Bombataliev, prima che venisse catturato il 5 luglio dell'anno scorso della polizia barese, nell'ambito dell'operazione «Caucaso Connection».

All'arresto del cinquantanovenne si è arrivati dopo la segnalazione di operazioni sospette compiute da lui e dalla moglie Vincenza Barbarossa, 79 anni, che evidenziavano una disponibilità economica sproporzionata rispetto ai redditi dichiarati, nel periodo dal 2011 al 2017. E c'è il timore che l'Imam ricevesse il denaro attraverso la cosiddetta «zakat», una sorta di raccolta fondi tra i musulmani che frequentavano la moschea Al Dawa, gestendo il denaro accumulato in maniera poco trasparente. Le fiamme gialle hanno perciò sequestrato la sede di «Al Dawa» e tre rapporti finanziari per un volare complessivo di 370mila.

Ulteriori accertamenti hanno evidenziato che Abdel Rahman possedeva ingente quantità di materiale di propaganda proveniente dagli organismi ufficiali di informazione dell'Isis, tra cui un video degli appelli di Al-Baghdadi ed alcuni filmati contenti immagini di bambini, arruolati dai terroristi, mentre compiono azioni violente.

Proprio i bambini erano terreno fertile per la propaganda dell'italo egiziano. Un paio di volte a settimana, infatti, li radunava e li istruiva, spiegando loro che per ottenere il Paradiso dovevano morire in battaglia. «Vi invito a combattere i miscredenti - diceva - con le vostre spade tagliate le loro teste, con le vostre cinture esplosive fate saltare in aria le loro teste. Occorre rompere i crani dei miscredenti e bere il loro sangue per ottenere la vittoria». La magistratura ha agli atti video e documenti, che l'uomo condivideva sui social, inneggianti alla jihad, con istruzioni su come costruire armi. «Parlava anche dell'obbligo di distruggere le chiese e trasformarle in moschee, individuando - spiegano gli inquirenti - l'Italia come obiettivo dell'attività terroristica».

«Più che vedere i bambini ascoltavano gli

insegnamenti e venivano educati alla lotta contro i miscredenti - sottolinea il pm di Bari Giuseppe Volpe -. Perciò i minori sono stati segnalati, affinché vengano presi provvedimenti per verificare le loro condizioni psicologiche».

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