La Russia in difficoltà dopo l'avanzata di Kiev rimette nel mirino l'operato dei cronisti occidentali. A farne le spese, stavolta, è il collaudato tandem formato da Stefania Battistini, giornalista della redazione esteri del Tg1, inviata e autrice del libro «Una guerra ingiusta» (Piemme, 2023), e Simone Traini, cameraman pure lui abituato ad aree di crisi e già nel marzo 2022 protagonista di un episodio in cui, sempre con Battistini, si vide puntare addosso un kalashnikov perché l'operato della troupe che accompagnava la giornalista fu scambiato per spionaggio. Allora erano entrambi pronti a un collegamento tv con Uno Mattina da una camera d'albergo di Zaporizhzhia, vicino a Dnipro, Ucraina. Furono bloccati, un po' di paura ma da allora non hanno mai smesso di raccontare l'evoluzione del conflitto in corso.
Ora però Battistini e Trani sono stati accusati dalla Russia di «attraversamento illegale del confine di Stato». Il Cremlino, dopo lo schiaffo subìto con l'ingresso delle truppe ucraine nell'oblast di Kursk, si aggrappa infatti alla violata integrità territoriale dai giornalisti avanzati in un'area di conflitto e il ministero degli Esteri russo convoca per protesta l'ambasciatrice d'Italia a Mosca, Cecilia Piccioni, accusando la troupe di giornalisti di essersi «infiltrati» per «coprire un attacco terroristico criminale da parte di militanti ucraini»; confermando le indiscrezioni secondo cui i loro «atti» sono puniti dal codice penale russo. Il sospetto è che a Mosca si siano irritati per il loro reportage dalla regione teatro di un'inedita offensiva ucraina su territorio russo, trasmesso mercoledì sera, da Sudhza.
Reazioni intimidatorie. I due sono stati infatti primi a entrare in un'area russa in cui da 12 giorni l'offensiva di Kiev sta rimescolando le carte della guerra. Ieri giornata trascorsa dai propagandisti di Mosca a dire che ora i giornalisti potrebbero farne le spese nonostante la solidarietà dalle sigle di categoria (Usigrai-Fnsi in primis) e da pezzi di Parlamento. Da Azione a Italia Viva, messaggi quasi bipartisan. Il ministero dell'Interno della Federazione, secondo informazioni circolate via Telegram, sarebbe infatti intenzionato ad avviare un procedimento «ai sensi dell'articolo 322» che punisce chi attraversa il confine senza permesso. Il popolare Vladimir Solovev, megafono propagandista della tv di Stato russa, aveva dato il la all'esercito digitale di Mosca, sostenendo che «la giornalista italiana ha attraversato illegalmente il confine con formazioni terroristiche delle Forze armate dell'Ucraina». E che «il servizio trasmesso dal Tg1 incoraggi tali azioni». Battistini e Traini hanno in realtà mostrato un'avanzata che potrebbe permettere a Kiev di bilanciare e rilanciare un negoziato. Nel reportage Rai si sente dire dai gialloblù (a cui gli italiani si erano appoggiati per documentare gli sviluppi oltreconfine) che controllano ormai la città; snodo strategico e hub del gas. Ci sono le immagini, con tutta la loro forza. No comment dal ministero degli Esteri russo sull'ipotesi processo, che ha però ricordato ai corrispondenti «la necessità di rispettare le regole» bollando lo sconfinamento come «crimine». Ieri Battistini è tornata a collegarsi durante il Tg1 delle 13,30 da Sumy, Ucraina; regione confinante proprio con quella russa di Kursk.
Racconta che gli avanzamenti continuano, come le prese di prigionieri catturati dagli ucraini da scambiare ed elemento di trattative. L'ambasciata italiana a Mosca sta svolgendo verifiche sul caso. Sui social, apparse anche minacce di morte a Battistini. L'intimidazione russa fa proseliti. La Rai monitora la vicenda.
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