Faccia tirata, occhiaie, la solita felpa militare, una nuvola di uomini armati intorno. Biden non c'è, è rimasto a Washington perché la California è in fiamme, e così il vertice trilaterale è saltato, ma Volodymyr Zelensky sembra comunque «molto soddisfatto». Ha incontrato la Meloni. È stato ricevuto al Colle. Ha incassato l'appoggio pieno dell'Italia. Giorgia? «Mi fido di lei», racconta infatti al Messaggero mentre nella notte romana rientra nel suo albergo di fronte a Villa Borghese.
Insomma, una tappa «felice e rassicurante» per il presidente ucraino. Pesa l'accoglienza della premier l'altra sera a Palazzo Chigi e l'impegno del governo «per una pace giusta come la volete voi». E contano le parole chiare di Sergio Mattarella. «Lei qui è sempre il benvenuto. Sono lietissimo di accoglierla nuovamente al Quirinale. Lei ha visto il presidente del Consiglio e ora anche io le confermo la determinazione del nostro Paese a mantenere pieno, inalterato e costante sostegno a Kiev contro l'aggressione della Federazione Russa». E non è soltanto una questione di politica e diplomazia, spiega il capo dello Stato, ma qualcosa di più profondo. «Lo facciamo per l'amicizia che lega i nostri popoli. Lo facciamo per il rispetto delle regole della comunità internazionale, contro la pretesa di imporre con le armi la propria volontà ad un altro Paese. E lo facciamo per la sicurezza dell'Europa intera».
Zelensky ringrazia. «Sono davvero molto contento che la vostra posizione sia stata sempre di forte appoggio all'Ucraina, per il nostro popolo e i nostri figli. Non siete mai stati indecisi. Sono grato pure per i pacchetti di sostegno concreti». Armi, cibo, tecnologie. Aiuti «alla nostra capacità di resistenza». Lo sblocco dei beni sequestrati agli oligarchi russi, deciso durante la presidenza italiana del G7, e che ha procurato 134 miliardi per Kiev. Roma, aggiunge, ha fatto tanto e continuerà ad avere un ruolo centrale, visto che il 10 e l'11 luglio ospiterà la conferenza internazionale sulla ricostruzione.
Con Mattarella quindi «un faccia faccia molto positivo: gli ho detto che è ora che venga a Kiev perché l'ultima visita di un presidente italiano da noi è stata 25 anni fa». E l'altra sera «ho avuto un ottimo incontro con Giorgia Meloni, abbiamo un rapporto particolare».
Quanto alle prospettive, ci sarà ancora da soffrire. «Sarebbe molto importante che la pace arrivi quest'anno, noi la vogliamo più di tutti perché stiamo perdendo più di tutti». Ma non basta un cessate il fuoco qualsiasi, spiega a Rainews24. «Dobbiamo metterci d'accordo sulle garanzie di sicurezza per Kiev e per l'Europa. Bisogna essere certi che la Russia non torni ad aggredire l'Ucraina, come avvenuto in passato». Il punto, al di là dei confini e delle annessioni, è questo: come si fa a fidarsi di Putin?
E già, perché lo zar Vlad «ha già mentito in passato e ha lanciato una guerra su larga scala, il suo sogno e annientarci». Ora secondo Zelensky tocca agli Usa darsi da fare.
Con Trump andrà meglio o peggio che con Biden? «Ottima notizia le ultime sanzioni Usa-Gb. Ci serve che Washington faccia pressioni sulla Russia per ottenere le garanzie di sicurezza. Putin va fermato altrimenti andrà avanti in altri Paesi europei». Perciò, conclude, pure la Ue deve agire in fretta.
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