Dopo la bocciatura formale della manovra da parte di Bruxelles si apre ufficialmente il braccio di ferro tra l'Europa e il governo italiano. La "guerra" era già stata annunciata con il Def col deficit fissato al 2,4 per il 2019. Una mossa che di fatto non è stata gradita dai piani alti di Bruxelles che dopo la lettra di Moscivici a Tria hanno rincarato la dose ufficializzando la bocciatura. Il governo a partire da adesso ha tre settimane di tempo per intervenire sul testo e modificarlo. L'esecutivo comunque ha già fatto sapere che non cambierà la linea della manovra. Il premier Conte ha aperto alla possibilità di una spending review per tagliare alcuni costi. Un timido segnale di apertura che di fatto però non cambia sostanzialmente i fondamentali della manovra. Per l'esecutivo ci sono due strade: la prima porta ad una inversione di rotta assecondando così le richieste dell'Europa, la seconda strada invece porta allo scontro aperto.
Allo scadere delle tre settimane, senza le correzioni attese dall'Europa, Bruxelles potrebbe aprire una procedura per deficit eccessivo e per la violazione della regola del debito. In questo quadro bisogna segnare altre due date: il 5 e il 6 novembre.
In questi due giorni si terranno le riunioni dell'Europgruppo e dell'Ecofin. La partita finale sulla manovra si giocherà il 3 e il 4 dicembre quando i ministri delle Finanze dell'Eurogruppo e dell'Ecofin decideranno se confermare o meno le indicazioni arrivate dalla Commissione Europea.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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