Nel giorno che rimarrà nel cuore e nel cervello per gli ori di Jacobs e Tamberi nell'atletica, il nuoto italiano ha mostrato chiari segnali di vitalità nella piscina dell'Aquatics Centre di Tokyo. È calato il sipario sulle gare in vasca che hanno regalato sei medaglie alla formazione guidata dal Direttore Tecnico Cesare Butini, ovvero 2 argenti e 4 bronzi, pareggiando il numero record di podi di Sydney 2000, anche se in quel caso vi furono tre ori.
Nel computo complessivo vanno considerati anche i 19 finalisti (primato assoluto per l'Italnuoto), gli otto record italiani realizzati e 13 primati personali migliorati. Riscontri che stanno a certificare quanto questa squadra si sia proposta come la migliore di sempre per completezza. Se si guarda all'argento della 4x100 stile libero uomini, al bronzo di Federico Burdisso nei 200 farfalla maschili e all'ultimo bronzo nella 4x100 mista uomini si arriva a tale conclusione essenzialmente perché nelle specialità citate mai si era andati a podio. In particolare, il terzo posto nella mista maschile è proprio la rappresentazione di un movimento caratterizzato da una notevolissima profondità e non "avvilito" dai problemi fisici dei suoi alfieri.
Il pensiero va a Gregorio Paltrinieri e a Simona Quadarella, che si sono proposti come esempi per il resto della compagine: il carpigiano, colpito dalla mononucleosi a un mese circa dai Giochi, non poteva essere al top e nonostante tutto ha ottenuto un argento miracoloso negli 800 sl, mentre è finito solo 4° nei 1500; la romana ha conquistato un bronzo negli 800, dopo la delusione di un quinto posto nei 1500, nonostante uno stato di forma deficitario per una gastroenterite poco prima della partenza per Tokyo. Certo, alcune controprestazioni ci sono state: Gabriele Detti nei 400 sl, Benedetta Pilato nei 100 rana e Margherita Panziera nei 200 dorso. Tuttavia, le note liete sono in netta maggioranza, ricordando anche il bronzo di un Nicolò Martinenghi che ha rinverdito i fasti di Domenico Fioravanti e riportato in Italia una medaglia nelle due vasche dello stile più complesso (100 rana) a distanza di 21 anni. Una squadra nella quale Federica Pellegrini si è ritagliata il ruolo della donna d'sperienza e iconica: quinta finale olimpica consecutiva centrata nella stessa prova, cosa mai avvenuta precedentemente, e contributo notevolissimo alle staffette, con quel bronzo sfiorato nella 4x100 mista mixed.
La chiusura del cerchio o dei cinque cerchi per la veneta che si proietta a una nuova vita come Aldo Montano, effettuando il proprio salto nel buio per vincere nuove sfide, ossia quella della quotidianità, mentre per Paltrinieri la 10 km olimpica di nuoto in acque libere potrebbe ancora regalare sorprese.
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