La variante inglese, come previsto dagli esperti, dilaga anche sul nostro territorio. E ieri in Campania per la prima volta è stata isolata un'altra variante grazie alla collaborazione tra l'Istituto Pascale e l'Università Federico II, individuata in un professionista tornato dall'Africa. Di questa nuova variante ancora non si conosce il potere di infezione e la sua eventuale resistenza al vaccino. É la B.1.525 fino ad ora individuata soltanto in 32 casi in Gran Bretagna e in pochi casi anche in Nigeria, Danimarca e Stati Uniti. É una variante della variante inglese, B117, e preoccupa perchè contiene una serie di mutazioni che potrebbero permetterle di rendere il vaccino meno efficace.
Intanto si moltiplicano i cluster e le zone rosse e si alza la preoccupazione sulla tenuta del sistema sanitario. Anche in Lombardia da oggi alle 18 quattro comuni entrano in zona rossa: Viggiù, Mede, Castrezzato e Bollate, a un passo da Milano. Qui tutte le scuole restano chiuse.
E ieri il ministro della Salute, Roberto Speranza, è andato a Perugia per mettere a punto una strategia anti variante inglese alla luce del fatto che l'Umbria è stata la prima regione colpita dalla mutazione Uk. «Capire quanto sta avvenendo è importante per valutare l'impatto delle necessarie misure assunte», ha detto Speranza che ha pure annunciato l'arrivo di altri medici e infermieri. In sostanza Speranza vuole capire se le zone rosse circoscritte rappresentano una misura sufficiente per frenare il rialzo della curva epidemica o se occorre andare ad un lockdown totale come richiedono molti scienziati.
Gli elementi che alzano il livello di allerta e che riguardano in modo diverso tutte le varianti sono molti. La velocità di diffusione dovuta ad una potenza di contagio per l'inglese superiore a quella del precedente ceppo del 30/40 per cento. Una maggiore carica virale e quindi una letalità potenzialmente più alta. La possibilità che a causa delle mutazioni l'identificazione con i test attualmente a disposizione sia più incerta. Infine l'aspetto che preoccupa di più i sanitari: una mutazione che renda inefficaci i vaccini in circolazione e pure le terapie a disposizione.
Le mutazioni indeboliscono gli strumenti attualmente a disposizione per combattere il virus e dunque la conseguenza inevitabile è che molti esperti tornino a invocare un lockdown duro. Il direttore generale Prevenzione della Salute, Gianni Rezza, conferma l'efficacia del vaccino per la variante inglese ed invece la diminuita efficacia per quella brasiliana e sudafricana che però, aggiunge, «circolano in modo limitato in Italia». Rezza ribadisce pure che il test più affidabile resta il molecolare e che proprio per contenere la diffusione delle varianti è stata rafforzata dal ministero la sorveglianza epidemiologica.
La linea del governo al momento resta quella già tracciata: il sistema dei colori funziona. Alla luce dei nuovi dati è probabile che l'Italia passi da una maggioranza di regioni gialle ad una arancione, punteggiata di zone rosse: lockdown circoscritti e mirati come quelli attivati in Umbria e ora anche nel Lazio. Qui è scattata la serrata nel comune di Roccagorga in provincia di Latina dove il 90 per cento dei casi Covid appartiene alla variante inglese, già cento i positivi su 4mila abitanti.
Sulla validità dei test per rilevare le varianti il ministero ha emanato una circolare con le indicazioni sulle procedure da seguire a seconda sia delle condizioni del paziente sia del contesto nel quale si eseguono i test. In teoria, è scritto nella circolare «le nuove varianti non dovrebbero causare problemi ai test antigenici» ma si invita tenere presente che i test sono basati sul rilevamento della proteina N e anche per questa «stanno emergendo mutazioni che devono essere attentamente monitorate per valutare la possibile influenza sui test antigenici che la usino come bersaglio». La raccomandazione resta quella di confermare l'eventuale negatività rilevata con un test rapido antigenico ripetendo l'esame ma con un test diverso. E il test principe resta sempre quello molecolare.
A confermare le preoccupazioni per una nuova ondata il professor Massimo Galli,
primario di malattie infettive dell'ospedale Sacco di Milano. «Ho il reparto invaso dalle nuove varianti, le avvisaglie ci sono: a breve avremo problemi più seri, dobbiamo vedere cosa succede negli altri paesi», avverte Galli.
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