La Lombardia corre. "Riapriamo le Rsa". E Bertolaso esulta: missione compiuta

Le vaccinazioni procedono veloci, la Regione chiede al governo di permettere le visite nelle case di riposo. Il commissario: "La macchina è efficiente, non servo più sette giorni su sette"

La Lombardia corre. "Riapriamo le Rsa". E Bertolaso esulta: missione compiuta

La Lombardia vuole riaprire le Rsa alle visite. E lascia Guido Bertolaso un po' più «libero». Due segnali diversi, frutto dello stesso sollievo: le vaccinazioni stanno andando per il verso giusto. Da un lato, quindi, la Regione chiede che nelle Residenze assistenziali gli ospiti - ormai coperti dalla profilassi - possano tornare a ricevere i parenti. Dall'altro lato il coordinatore della campagna vaccinale parla del suo incarico come di una missione che, se non è ancora compiuta, sembra stia per compiersi. «Probabilmente sarà meno presente fisicamente - ha rassicurato il governatore Attilio Fontana - ma continuerà a seguire lui tutta la campagna». «Ci tengo a precisare che non ho intenzione di abbandonare il coordinamento - ha precisato ieri Bertolaso - semplicemente non sarò più fisicamente 7 giorni su 7 in Lombardia. E comunque non nell'immediato».

Era stato lui stesso, la sera prima, a usare toni che si addicono a una sfida vinta. «In Lombardia abbiamo fatto dei numeri davvero incredibili - ha detto a Quarta Repubblica su Rete 4 - siamo partiti azzoppati per quello che è il famoso problema informatico che abbiamo subito durante il mese di febbraio ma poi di fatto abbiamo triplicato le vaccinazioni». «La macchina ormai è organizzata». «La Lombardia è assolutamente in grado di fare da sola nel corso dei prossimi mesi e Bertolaso finalmente potrà anche dedicarsi ad altro».

Dopo la prima missione a marzo 2020 - la realizzazione dell'ospedale in Fiera - Bertolaso era tornato in Lombardia a fine gennaio e in questi mesi è sempre rimasto a Milano: «Adesso è qui sette giorni la settimana, in futuro magari un po' meno», ha spiegato Fontana. Il nome dell'ex capo della Protezione civile resta nella rosa dei possibili sindaci di Roma, ma quella è un'altra partita. Per ora «continua a essere il consulente sulla vaccinazione» garantisce Fontana. «La macchina che lui ha predisposto sta funzionando molto bene».

La macchina ora va in effetti. Corre. Lunedì la Lombardia ha eseguito 86mila vaccinazioni e ieri ha sfondato il muro delle tre milioni di dosi somministrate. La regione più colpita dal Covid tira un sospiro di sollievo. Da tempo sono stati vaccinati anche gli ospiti e il personale delle Rsa. E ieri l'assessore al Welfare Letizia Moratti ha chiesto alle Regioni di sollevare presso il governo il tema della riapertura delle residenze per anziani, che nel corso della prima ondata sono state l'epicentro del dramma Covid e da un anno sono praticamente chiuse per evitare il contagio: blindate salvo disposizioni diverse adottate, sotto la loro responsabilità, dai vertici sanitarie delle strutture. Ora il tema è invertire questo approccio: aprirle salvo esigenze contrarie.

La chiusura delle strutture protette sta producendo danni che oggi si possono solo intravedere. Un'indagine della Società Italiana di Neurologia per le demenze pubblicata sulla rivista Frontiers in Psychiatry dimostra per esempio che, nei centri ad hoc, più del 60% delle persone con demenza ha subito un peggioramento o la comparsa di nuovi sintomi neuropsichiatrici, tanto che in un caso su 4 si è reso necessario un nuovo trattamento farmacologico. Pochi giorni fa il comitato «Orsan-Open Rsa Now», che riunisce i familiari e i parenti degli oltre 350mila ospiti delle Rsa italiane, ha rivolto un appello al Quirinale. E in Lombardia la consigliera Patrizia Baffi di Fdi (partito impegnato nella battaglia per le riaperture) ha chiesto che «il ricongiungimento» degli ospiti con i familiari sia «una priorità», rivolgendo un'interpellanza a Moratti. La vicepresidente, indirettamente, ha risposto ieri coinvolgendo le Regioni, affinché investano della questione il governo, che è intervenuto nei mesi scorsi con decreti e circolari.

«L'accesso di parenti e visitatori - ha detto Moratti - dovrebbe essere consentita se sia ai parenti/visitatori che all'ospite/paziente delle strutture stesse è stata rilasciata una delle certificazioni verdi Covid-19, recentemente approvati dal Governo».

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