La premessa (iniziale) è in quelle feroci 37 coltellate inferte a Senago, in provincia di Milano, dal fidanzato su Giulia Tramontano, 29 anni e incinta al settimo mese. L'impegno (finale) che si è presa la Regione Lombardia è di promuovere nelle opportune sedi di governo la richiesta di un intervento normativo «affinchè venga riconosciuto il duplice omicidio, quando la vittima di un delitto è una donna in stato di gravidanza, ossia dopo il terzo mese». Chi uccide una donna incinta, deve essere giudicato non per uno ma due delitti: quello della madre e quello del figlio. È questo che si è proposta la Lombardia ieri approvando (solo con i voti della maggioranza) la mozione che, tra la premessa e l'impegno concreto, ha visto inevitabilmente accendersi la discussione. «Oggi - ha spiegato Alessandra Cappellari, leghista e prima firmataria della mozione - nel nostro ordinamento lo stato di gravidanza rappresenta un'aggravante, ma nello stesso tempo non si considera che certi efferati delitti vedono sopprimere due persone, compreso chi non può parlare e si trova in condizioni di particolare debolezza». Ma quell'attribuire «personalità giuridica» al feto ha fatto balzare sulle sedie i consiglieri di minoranza. Quella «persona» non nata è stata vista come una minaccia per la legge 194. Quindi minoranze astenute. Bollata come «superficiale, omissiva, in contraddizione con le norme e pericolosamente propagandistica - ha detto la consigliera dem Paola Bocci - piuttosto è urgente introdurre il reato di femminicidio, a cui la mozione non fa alcun cenno». Perché «da 30 anni per quanto riguarda la 194 sappiamo che uno dei grimaldelli, oltre al tema dell'obiezione, è quello della personalità giuridica del feto dopo i tre mesi.
Sappiamo - ha spiegato il consigliere regionale di Alleanza Verdi e Sinistra e Reti Civiche, Onorio Rosati - che ci sono già interventi legislativi depositati dalla destra che mettono in discussione la 194 ma noi riteniamo che questo riconoscimento del feto come persona sia il primo passo per mettere in discussione una delle grandi conquiste che le donne italiane hanno avuto in questo Paese».
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