L'ombra della scissione post voto: Grillo-Di Battista a caccia dei delusi

Il capo politico e Casaleggio continuerebbero a rappresentare l'ala governista. Le mosse di Borrelli

L'ombra della scissione post voto: Grillo-Di Battista a caccia dei delusi

Roma - Da una parte il M5s di governo, guidato da Luigi Di Maio e Davide Casaleggio. Dall'altra, il Movimento di lotta, che ha come riferimenti Beppe Grillo e Alessandro Di Battista. Nel mezzo, l'«eresia» di David Borrelli, l'europarlamentare vicinissimo a Gianroberto Casaleggio, che ha lasciato il gruppo 5 Stelle a Strasburgo per fondare una nuova forza politica. Tra i grillini, in seguito allo scandalo Rimborsopoli e alla scoperta dei candidati massoni, c'è inquietudine. E a due settimane dal voto, sono molte le incertezze sul futuro del Movimento.

La prima questione riguarda Grillo. Il fondatore è rimasto distante dalle polemiche sulle mancate restituzioni dei rimborsi, un caso che ha già portato all'espulsione di nove parlamentari e di un consigliere regionale. «Ci sono rimasto male», ha scritto il comico sul suo blog, rimanendo freddo di fronte allo scandalo che sta picconando la credibilità della sua creatura. Grillo comunica da uno spazio web personale, quasi del tutto slegato dal Movimento 5 Stelle. Le voci di una distanza personale tra Grillo e Di Maio, circolate subito dopo la chiusura delle parlamentarie, sono state smentite dai diretti interessati. La scorsa settimana, a Torre del Greco, il garante e il capo politico del Movimento sono di nuovo saliti sul palco insieme. Sta di fatto che lo storico frontman si è defilato dalla campagna elettorale. E, secondo le stime di Renato Mannheimer pubblicate lo scorso 25 gennaio dal Giornale, la presenza di Grillo può valere almeno il 3 per cento dei consensi. Una calamita per i grillini nostalgici dei vaffa-day e a disagio con lo stile del nuovo leader, più attento alle amicizie nella City di Londra che alle piazze.

Ieri, il sito Affari italiani ha rilanciato le voci di una possibile scissione post-elettorale dei 5 Stelle. Grillo e Alessandro Di Battista, il capo popolo rimasto per sua scelta fuori dalle candidature in parlamento, andrebbero a recuperare i «delusi» dal movimento guidato dal duo Di Maio - Casaleggio junior, fautori della svolta governista. Secondo fonti interne al Movimento, il fatto che Di Battista si veda di rado vicino al candidato premier corrisponderebbe più che altro a una scelta strategica: «Bisogna coprire da un lato i palazzi e le istituzioni, dall'altro le piazze e le pance». Da qui l'idea di portare avanti due tour elettorali paralleli, con impronte decisamente diverse. È probabile però che subito dopo il voto si apra una discussione sulla leadership Di Maio, già indebolita dagli scandali delle ultime settimane.

Infine, a turbare i sogni dei grillini c'è anche il caso David Borrelli. L'amico di Casaleggio senior, già componente del triumvirato che guidava l'associazione Rousseau, ha lasciato il Movimento. Fonderà una nuova forza politica, che si occuperà «di imprenditori e risparmiatori», ha scritto sulla sua pagina Facebook. Secondo alcune ricostruzioni, avrebbe lasciato il Movimento perché era in rotta con i nuovi vertici. Nei suoi confronti, l'irritazione è enorme: «Vedremo tra qualche mese dove andrà a finire. È semplicemente una grande delusione», dicono dal Movimento. Si vociferava che all'avventura di Borrelli potesse unirsi un suo vecchio amico, Massimo Colomban, assessore alle Partecipate di Virginia Raggi fino allo scorso ottobre.

Colomban, oggi molto critico nei confronti del Movimento, smentisce. Ma i suoi buoni rapporti con Borrelli, legato ad alcune aziende parte di Confapri e Rete sì, i network fondati dall'ex membro della giunta capitolina, sono un fatto.

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