Erano quasi 3mila gli autotrasportatori che ieri erano fermi nel sud dell'Inghilterra, in attesa di poter imbarcarsi a Dover, attraversare la Manica e giungere nel continente. Parcheggi intasati, camion fermi ai lati delle strade, un lunghissimo serpentone sulle corsie esterne della M20, l'autostrada che da Londra attraversa il Kent fino ai traghetti per la Francia. E la situazione dalla parte di Calais non era diversa, con centinaia di mezzi in attesa di poter imbarcarsi verso il Regno Unito. La chiusura totale dei confini, decisa da Parigi in risposta alla scoperta in Gran Bretagna di una mutazione del Covid molto più trasmissibile rispetto a quella finora conosciuta, sta avendo effetti economici e logistici gravissimi sul Paese. Mentre migliaia di guidatori rimangono in un limbo ai lati delle strade, in attesa di capire se e quando potranno riprendere il loro viaggio, sono moltissimi quelli che non sono nemmeno partiti. Una situazione che se durerà nei prossimi giorni, secondo alcuni dirigenti della grande distribuzione inglese, porterà inevitabilmente a una carenza di beni nei supermercati, specialmente per quanto riguarda frutta e verdura. Tesco, una delle principali catene inglesi, ha ieri annunciato il razionamento di uova, riso e carta igienica.
La situazione di isolamento quasi totale del Regno è stata ieri oggetto di intesi colloqui tra Londra e Parigi: un piano per testare preventivamente gli autotrasportatori in ingresso in Francia è al centro delle trattative ma la logistica non appare semplice, con l'esercito inglese che dovrebbe essere impiegato nello sforzo. Secondo il Guardian Parigi dovrebbe aprire i confini solo per le persone residenti in Francia e per i camionisti. In serata il ministro inglese dei trasporti, Shapps, ha annunciato il raggiungimento di un accordo tra i due Paesi, ma al momento in cui questo giornale va in stampa i dettagli non sono ancora stati resi pubblici. La risposta di quasi tutti i Paesi dell'Unione si è allineata sull'imporre un blocco ai voli in entrata dal Regno Unito. Pur avanzando senza un coordinamento comune gli Stati membri hanno di fatto isolato Londra, impedendo però al contempo il rientro anche dei loro stessi cittadini. «Mentre è importante prendere rapide, temporanee decisioni per limitare il diffondersi del nuovo ceppo del virus e tutti i viaggi non necessari da e verso il Regno Unito dovrebbero essere scoraggiati, i viaggi essenziali e il transito dei passeggeri dovrebbe essere agevolato». Queste le parole della Commissione Europea, intervenuta ieri a garanzia della libertà di spostamento dei cittadini dell'Unione. Divieti di viaggio non dovrebbero impedire a migliaia di cittadini europei e inglesi di tornare nelle loro abitazioni, le parole del commissario europeo alla giustizia Didier Reynders.
Chiudere le frontiere è una scorciatoia dall'alto potenziale rassicurativo sulla popolazione e dall'immediato ritorno politico. Quanto sia realmente efficace nel contenere la diffusione del nuovo virus è tutto da dimostrare. Il precedente del bando dei voli dalla Cina all'Italia, agli albori dell'epidemia, non è certo incoraggiante: invece di sigillare il Paese impedendo l'ingresso di potenziali infetti, la scelta ha obbligato molti viaggiatori a fare scali intermedi con il risultato di impedire qualsiasi tracciamento. E allora come oggi, la nuova versione più infettiva del covid è già in circolazione al di fuori dei confini inglesi.
Dopo l'individuazione del nuovo ceppo, le ricerche epidemiologiche degli scienziati hanno fatto risalire la sua comparsa a settembre: non si poteva notare all'inizio perché i numeri erano molto bassi, dopo settimane di trasmissione tumultuosa è ora sotto gli occhi di tutti, con casi già registrati al di fuori del Regno Unito. E gli Stati Uniti che non hanno imposto alcun blocco.Ieri i nuovi positivi sono stati quasi 37mila e la curva dei contagi punta decisamente verso l'alto, facendo segnare dati record dall'inizio della pandemia.
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