L'Onu interviene sul caso Cospito e invita l'Italia a rispettare gli standard internazionali di dignità umana nella detenzione dell'anarchico, che da quattro mesi è in sciopero della fame contro il 41 bis. Il ministero della Giustizia risponde e assicura che fornirà all'Onu tutte le informazioni richieste. Nelle stesse ore dal carcere di Opera trapela una lettera del leader anarchico: «Porterò avanti la mia lotta fino alle estreme conseguenze». Fuori, la galassia anarchica scende di nuovo in corteo e la tensione si alza.
Con ordine. Il 1 marzo l'Alto Commissariato dell'Onu per i diritti umani scrive all'Italia, rivela il legale di Cospito Flavio Rossi Albertini, che subito dopo il la pronuncia con cui la Cassazione il 24 febbraio ha rigettato il ricorso contro il 41bis, aveva inoltrato una comunicazione alla Commissione Diritti umani denunciando «le condizioni di detenzione del proprio assistito». L'Onu come risposta ha chiesto allo Stato misure temporanee cautelative, cioè «di assicurare il rispetto degli standard internazionali e degli articoli 7 (divieto di tortura e trattamenti o punizioni disumane o degradanti e divieto di sottoposizione, senza libero consenso, a sperimentazioni mediche o scientifiche) e 10 (umanità di trattamento e rispetto della dignità umana di ogni persona privata della libertà personale) del Patto internazionale sui Diritti civili e politici». E i Radicali italiani avvertono: «Bisogna sottolineare come il 41 bis sia una forma di tortura non solo per Cospito ma per tutti i detenuti oggetto del carcere duro».
Il legale intanto accusa il ministero della Giustizia, perché a quasi due giorni dalla notifica del provvedimento, «nessuna iniziativa è stata assunta per revocare o quantomeno migliorare la condizione detentiva di Cospito. Lo Stato italiano deve, nel rispetto dei propri obblighi internazionali, dare esecuzione a tale misura provvisoria. Rappresenterebbe un grave precedente se la decisione adottata dal Comitato rimanesse lettera morta». Ma da via Arenula rispondono a stretto giro: «L'Italia fornirà all'Onu le informazioni richieste». E precisano che la richiesta del legale all'Onu è stata «trattata dalle Nazioni Unite secondo la procedura ordinaria applicabile a ogni petizione ricevuta». Insomma, il ministero intende ridimensionare la portata della richiesta, come procedura standard.
Fuori si infiammano le proteste, e dal carcere Cospito ribadisce la natura della sua lotta contro il 41bis: «È una lotta individuale da anarchico, non faccio e non ricevo ricatti. Semplicemente non posso vivere in un regime disumano come quello del 41 bis. Seppellito vivo in una tomba, in un luogo di morte. Porterò avanti la mia lotta fino alle estreme conseguenze, non per un ricatto ma perché questa non è vita. Se l'obiettivo dello Stato italiano è quello di farmi dissociare dalle azioni degli anarchici fuori, sappia che io ricatti non ne subisco. Da buon anarchico credo che ognuno sia responsabile delle proprie azioni». Rivendica «con orgoglio» quanto fatto e spiega che «non posso dissociarmi da alcuno. Quando ero al regime di alta sorveglianza avevo comunque la censura e non ho mai spedito pizzini ma articoli per giornali e riviste anarchiche».
Ma la galassia antagonista scende di nuovo in corteo a sostegno della battaglia di Cospito. Allerta alta oggi per quello previsto a Torino. Ieri su disposizione della Procura di Roma sono scattate perquisizioni nella Capitale e in Umbria nell'ambito di una indagine su alcune manifestazioni non autorizzate.
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