È l'ora del piagnisteo contro Facebook

C'è chi vuole cancellare in modo permanente il proprio profilo Meta e chi, invece, cerca delle alternative che possano proteggerlo dalle fake news

È l'ora del piagnisteo contro Facebook
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Ora che Donald Trump sta per tornare alla Casa Bianca, Mark Zuckerberg si è messo la «musk-era», sospendendo i programmi creati per includere le minoranze sessuali ed etniche, abolendo i fact-checker (spesso usati in modo ideologico e di parte per censurare opinioni diverse rispetto a quelle dei democratici americani) e garantendo, almeno sulla carta, una maggior libertà di pensiero e di parola a tutti gli utenti.

Una svolta fatta più per compiacere il presidente eletto che per convinzioni personali. Una svolta che non è piaciuta agli utenti maggiormente progressisti che, infatti, hanno cominciato a interrogare compulsivamente Google per conoscere le modalità attraverso le quali disiscriversi da Meta. C'è chi vuole cancellare in modo permanente il proprio profilo e chi, invece, cerca delle alternative che possano proteggerlo dalle fake news, di fatto demandando ad altri la capacità di riconoscere il vero dal falso e, di fatto, di comprendere e decidere. Il problema è che la concorrenza - tolto X che, guarda un po', è di Elon Musk, il «Doge» di Trump - non è in grado di competere con Facebook. E così, nonostante le ricerche, nessuno riesce ad abbandonare veramente il social network di Zuckerberg.

È lo psicodramma che si presenta ogni qualvolta il mondo si sposta un po' più a destra o delude una certa vulgata sinistra. È capitato nel 2016, prima con la Brexit e poi con l'inattesa vittoria di Trump. È successo nel 2022 con l'arrivo di Giorgia Meloni a Palazzo Chigi e, nel 2024, con il ritorno del tycoon alla Casa bianca.

Vip e semplici cittadini si affrettavano ad annunciare che avrebbero lasciato il proprio Paese (ma, numeri alla mano, nessuno si è mai trasferito davvero) o si sarebbe cancellato dai social network perché la situazione politica era ormai diventata insostenibile. È la «cultura del piagnisteo», per usare la bella espressione coniata da Robert Hughes, nella sua forma più radicale. E allo stesso tempo più ridicola.

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