L'Ue snobba le sanzioni Usa: "Ancora affari con Teheran"

La Mogherini con Parigi, Berlino e Londra condanna la scelta di Trump. "Proteggiamo le aziende europee"

L'Ue snobba le sanzioni Usa: "Ancora affari con Teheran"

Tornano oggi in vigore le sanzioni degli Stati Uniti contro l'Iran, conseguenza della decisione resa esplicita da Donald Trump l'8 maggio scorso di far ritirare gli Usa dall'accordo sul nucleare con Teheran. Il pugno di ferro di Washington rischia però di non provocare un isolamento globale sul fronte iraniano. L'Italia e i Paesi dell'Ue sembrano infatti orientati a proseguire un percorso economico con l'Iran. Non a caso proprio ieri l'Alto rappresentante per le politiche estere di Bruxelles, Federica Mogherini, e i ministri degli Esteri di Francia, Germania e Gran Bretagna hanno «condannato» in maniera netta la reintroduzione delle sanzioni da parte degli Stati Uniti. Nella nota congiunta si legge che «l'accordo sul nucleare sta funzionando e si stanno realizzando gli obiettivi prestabiliti, vale a dire assicurare che il programma iraniano rimanga esclusivamente pacifico, come confermato dall'Agenzia internazionale per l'energia atomica in 11 relazioni consecutive». L'Ue ha anche annunciato che darà copertura legale alle aziende europee che lavorano con Teheran.

L'Italia, come è noto, vanta interessi economici non indifferenti nel mercato iraniano. Dati alla mano, nel 2017 ha visto crescere il suo interscambio con Teheran del 97% rispetto al 2016, arrivando a toccare quota 5 miliardi di euro. Lo stesso discorso vale per Francia, Gran Bretagna e Germania che con l'Iran vantano accordi pluriennali soprattutto nel settore automobilistico, energetico e tessile. Le sanzioni Usa non sembrano, almeno sulla carta, terrorizzare il governo di Rouhani. Il ministro degli Esteri Mohammed Javad Zarif arriva addirittura a ribaltare la questione, spingendosi ad affermare che «il nuovo clima finirà per generare un oscurantismo in casa degli Usa, di Israele e dell'Arabia Saudita. Il mondo intero ha dichiarato di non essere in linea con le politiche statunitensi contro l'Iran. Parla con chiunque, in qualsiasi parte del mondo e ti diranno che Netanyahu, Trump e Bin Salman sono isolati, non certo Teheran». Zarif inoltre è convinto che il suo Paese supererà anche in questa circostanza la fase delicata, aggiungendo di essere disponibile per qualsiasi chiarimento con la Casa Bianca sulla questione nucleare. «Non abbiamo mai lasciato il tavolo dei negoziati. Semmai è stato Trump a rovesciarlo», ha aggiunto.

Teheran ostenta sicurezza e i media ufficiali cercano di minimizzare l'impatto delle nuove sanzioni ammettendo difficoltà solo in alcuni settori dell'economia del Paese. «È vero che negli ultimi quattro mesi ci sono state criticità nei settori del mercato dell'oro, della valuta e delle automobili, ma non esattamente nelle misure sperate dal mercante Trump», scrive il quotidiano Ettelaat. È altrettanto acclarato che negli ultimi giorni diverse città sono state teatro di sporadiche manifestazioni e scioperi, causando crescente preoccupazione per il governo iraniano. In sei mesi il rial, la moneta nazionale, ha perso quasi due terzi del suo valore. Mai come in questo momento l'Ue diventa quindi partner fondamentale per regalare ossigeno all'economia di Teheran. Senza dimenticare il sostegno della Cina, soprattutto in ambito petrolifero.

Sabato scorso Pechino, secondo le affermazioni di due alti funzionari cinesi interpellati da Bloomberg, ha fatto sapere di aver preso atto delle richieste di Washington di limitare il proprio approvvigionamento di oro nero, ma di non avere alcuna intenzione di ridurlo.

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