Nuove rivelazioni nel caso di Yara Gambirasio la giovane ragazzina rapita ed uccisa il 26 novembre del 2010 e per cui ad oggi è aperto un procedimento penale a carico di Massimo Giuseppe Bossetti, il muratore bergamasco condannato in primo grado alla pena dell'ergastolo.
Un processo quello su Massimo Bossetti tutto incentrato sui risultati del Dna che hanno, ad oggi, messo all'angolo il muratore bergamasco. Risultanze genetiche su cui molti dubbi sono sorti soprattutto per l'impossibilità da parte della difesa di replicare alle analisi fatte dall'accusa.
Ieri sera una rivelazione che potrebbe mettere nuovi dubbi sulla colpevolezza di Bossetti. Intervistata dal giornalista Vito Francesco Paglia per il programma di Luca Telese «Bianco e nero» su La7 la mamma del muratore di Mapello, Ester Arzuffi, ha rilasciato nuove ed esclusive rivelazioni.
Se da una parte la signora Ester ha confermato che mai ha tradito il marito men che meno con Giuseppe Guerinoni, dall'altra ha fornito altre indiscrezioni che aprono nuovi ed incredibili scenari. La signora Arzuffi ha infatti confermato la conoscenza con Guerinoni che sarebbe stato l'autista dell'autobus che negli anni 1966-1967 la trasportava al lavoro negando però che ci fosse un legame temporale con la nascita del figlio Massimo Bossetti avvenuta il 28 ottobre del 1970.
Incalzata dal giornalista Vito Francesco Paglia che le chiedeva come la scienza non possa in fin dei conti tradire la Arzuffi rispondeva della sua certezza di non aver mai avuto rapporti con Guerinoni «neanche una sveltina» e «neanche una volta in camporella» ricordando però che una volta il suo ginecologo le aveva inserito del «pma del liquido seminale inconsapevolmente». Era questo un liquido freddo in un epoca, l'inizio degli anni settanta in cui la inseminazione artificiale era vietata. «Io - racconta nell'intervista la Arzuffi - rimanevo incinta ma i bambini mi morivano ed il mio ginecologo mi disse di dare una mano agli spermatozoi di mio marito».
La Arzuffi racconta di aver sentito «un liquido freddo, freddissimo» e che sapeva che era sotto cura avendo in altre situazioni preso «pastiglie, pastigliette o candelette».
Insomma un nuovo incredibile scenario si apre alla vigilia dell'appello del processo su Massimo Bossetti per l'omicidio di Yara Gambirasio perché se effettivamente Massimo Bossetti, «ignoto 1», fosse frutto della inseminazione artificiale significherebbe che Giuseppe Guerinoni potrebbe aver donato il proprio seme allo stesso ginecologo che magari lo usò in altri casi.
Se così fosse, ossia il Guerinoni negli anni Settanta fosse un donatore di seme, potrebbero esserci anche altri «ignoti 1» in giro nella bergamasca, fatto salvo il fatto che, ad oggi la procura della Repubblica non ha ancora dato la possibilità alla difesa di verificare la veridicità della provenienza del dna ritrovato sui leggins di Yara Gambirasi
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