M5S, il mini direttorio lascia. E la Raggi silura De Dominicis

Il M5S è sempre più nel caos. La Raggi prova a tener duro e Grillo la sostiene. Ma Taverna, Castaldo e Perilli lasciano il mini direttorio romano. E c'è chi chiede anche un reset del direttorio nazionale

M5S, il mini direttorio lascia. E la Raggi silura De Dominicis

Terremoto senza precedenti nel Movimento 5 Stelle. Paola Taverna, Fabio Massimo Castaldo e Gianluca Perilli lasciano il mini direttorio romano. I cinque scelti da Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio (Luigi Di Maio, Roberto Fico, Alessandro Di Battista, Carla Ruocco e Carlo Sibilia) resteranno, invece, cinque. Non è, infatti, sul tavolo l'allargamento chiesto oggi sulle pagine del Fatto Quotidiano dalla senatrice Barbara Lezzi e voluto da molti, non è sul tavolo. Al limite si rivedranno le deleghe assegnate ai cinque, ma di new entry non se ne parla.

"Io non mollo". Virginia Raggi prova a tranquillizzare alcuni cittadini che, durante la cerimonia per l'anniversario dell'8 Settembre a Porta San Paolo, la incitano ad andare avanti nonostante gli scandali degli ultimi giorni (video). Dopo giorni di braccio di ferro si piega alle polemiche e fa fuori Raffaele De Dominicis: "Non ha i requisiti per fare l'assessore al Bilancio". Una mossa che non tampona la rabbia che di giorno in giorno continua a montare. Il mini direttorio romano formato da Taverna, Castaldo e Perilli ha fatto un passo indietro. "Riteniamo che oggi il nostro compito non sia più necessario", hanno scritto i tre sul blog di Grillo. Nel mirino c'è soprattutto il vicepresidente della Camera Luigi Di Maio che ieri ha chiesto pubblicamente scusa per la vicenda Muraro. Scuse che a molti, nelle file del Movimento, non sono bastate. Così c'è chi, tra gli eletti, chiede "non un passo indietro ma dieci" al candidato premier in pectore del M5S.

Il malcontento si registra soprattutto tra i senatori, rimasti fuori dal direttorio e pronti a chiedere un incontro a Grillo che, come assicurano dallo staff, "oggi resterà a Roma per motivi strettamente personali". A pranzo, però, trova il tempo e il modo di incontrare Di Maio, Fico e Sibilia all'Hotel Forum di Roma. E, dopo un faccia a faccia serrato, se ne esce con l'hashtag #siamotutticonvirginia. Si prospettano giorni duri per Di Maio, Di Battista e gli altri. O meglio per l'intero Movimento. Perché tra i delusi c'è anche chi se la prende con lo stesso Grillo, reo di essersi "accontentato, assieme a Luigi, di una vittoria di Pirro". Il riferimento è al parere dell'Anac sulle nomine di Raffaele Marra e Salvatore Romeo, profili di illegittimità per l'Anticorruzione. "Sono certa che Raggi sapesse perciò ha acconsentito al loro depotenziamento - si sfoga una deputata di spicco del Movimento - è l'ennesima presa per c... di Virginia".

Ieri

l'immagine di unità davanti alle telecamere, Grillo in prima fila. Ma la tregua nel movimento appare lontanissima. Anche perché i "ribelli" sono pronti a fare "fronte comune" per chiedere un cambio di passo.

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