La prima magia sulle date non è riuscita

«Non sono un mago». Roberto Mancini, al debutto come ct dell'Arabia Saudita, si è vestito dei panni umili per superare il primo test con il nuovo pubblico senza indulgere però al pessimismo di maniera

La prima magia sulle date non è riuscita
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«Non sono un mago». Roberto Mancini, al debutto come ct dell'Arabia Saudita, si è vestito dei panni umili per superare il primo test con il nuovo pubblico senza indulgere però al pessimismo di maniera. Non è sicuramente il tipo come dimostra il precedente italiano a proposito del mondiale invernale in Qatar 2022 mancato dal calcio azzurro («ci qualificheremo e lo vinceremo» dichiarò nei giorni complicati prima di perdere la sfida con la Macedonia del Nord). A Ryad ha già fissato il prossimo traguardo (la coppa d'Asia) e stabilito, con la ricostruzione temporale del suo rapporto con la nuova nazionale, un record mondiale difficilissimo da eguagliare. Ha raccontato infatti Roberto Mancini: «L'accordo con l'Arabia Saudita è avvenuto a metà agosto». Da quelle parti probabilmente non hanno seguito con grande attenzione l'evoluzione del caso Mancini-club Italia ma qui le date sono state pubbliche e non possono certo ingannare. Eccole in riepilogo. Il 3 agosto il presidente Gravina ha annunciato la nuova organizzazione delle squadre nazionali con il ct eletto coordinatore di under 21 e 20 e il ricambio dello staff con l'ingresso di tre nuovi collaboratori. Da Mancini nessun segnale. Il 5 agosto Gigi Buffon viene nominato capo-delegazione con relativa dichiarazione nella quale informa che prestò si vedrà personalmente con il ct che in quei giorni si trova in Grecia, a Mykonos, in vacanza. Soltanto l'8 agosto, la moglie di Mancini, Silvia Fortini, avvocato e suo legale, spedisce un sms al presidente Gravina con il quale lo informa dell'umore del marito e gli suggerisce di parlare con Roberto. Il giorno 11 i due, presidente e tecnico, si sentono finalmente direttamente: il colloquio si conclude con la promessa del ct di dormire tutta la notte e ripensare al proprio stato di insoddisfazione. 24 ore dopo, il 12 agosto, gli uffici della federcalcio ricevono la pec di Mancini con le dimissioni. Sicché nel giro di appena 3 giorni Mancini ha contattato i dirigenti dell'Arabia Saudita, raggiunto il ricco accordo economico, fissato il numero dei collaboratori e deciso di diventare la guida dei Figli del deserto? Come si capisce bene, è una ricostruzione che non regge e a cui nessuno può credere.

Invece di denunciare un improbabile clima di sfiducia, forse sarebbe stato meglio raccontare a Gravina prima e al pubblico italiano poi, tutta la verità, nient'altro che la verità. Ecco allora la morale: Mancini forse non sarà un mago, e lo abbiamo capito, di sicuro vuol passare alla piccola storia come l'autore della trattativa più veloce del mondo!

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