“Mai con il partito di Bibbiano”: e adesso Di Maio non sa cosa dire

"Io gli italiani non li tradisco" dichiarava l'ex grillino. Oggi parla di "percorso condiviso per anni" con quel Pd inchiodato come responsabile dello scandalo di Bibbiano

“Mai con il partito di Bibbiano”: e adesso Di Maio non sa cosa dire

Il nuovo Di Maio, da quando ha imparato a indossare la camicia, di giravolte ne ha fatte tante. Se lo abbiamo visto nascere come un giovane deluso da una politica corrotta e schiava e pronto a ribaltare le dinamiche di palazzo, abbiamo visto anche come in quelle dinamiche, con il tempo, abbia imparato a conviverci e fare di esse strumento per raggiungere i propri interessi.

Il partito di Bibbiano”, “Mai con il Pd”: sono solo alcune delle tante frasi, ormai diventate virali, che il ministro degli Esteri pronunciava con convinzione nei confronti dei dem. Prima ovviamente della scaltra e scandalosa virata. Inevitabili le domande che gli italiani si fanno, nel caos delle maratone elettorali, tra gli sgambetti del tutti contro tutti per arrivare primi a tagliare il traguardo.

Sulla vicenda dei bambini strappate alle famiglie, che sconvolse tutto il paese, il ministro, dopo gli accordi con il Pd, è sempre rimasto vago, tra affermazioni balbettanti e silenzi programmati. A metterlo di fronte al fatto compiuto sulla questione “Bibbiano” è Radio Capital che, durante un’intervista, chiede direttamente a Di Maio se si sente in dovere di chiedere scusa a coloro che ora sono i suoi alleati.

La risposta, prevedibile, è inconsistente e fuori tema. “Con il Pd in questi anni abbiamo fatto un percorso condiviso”, afferma nell’imbarazzo totale il leader dell’appena nato Impegno Civico. “Facendo del nostro meglio e stando dalla parte di chi cercava di garantire la stabilità”, aggiunge. Una stabilità a cui, visti i passi falsi, l’Italia fa fatica a credere. Nella speranza di una risposta convincente – chiaramente fallita – raddrizza il tiro dichiarando addirittura: “Si tratta di un percorso, non di una semplice alleanza in prossimità delle elezioni, nel quale sono state affrontate anche le criticità del passato”.

Stando alle dichiarazioni del ministro, quindi, sembrerebbe che con il Pd sia tutto chiarito, anche e soprattutto su Bibbiano. Nonostante questo, però, l’ex 5 Stelle non chiede scusa e c’è chi muove forti accuse all’interno dei dem sul suo comportamento. "Inutile negarlo, non nascondo che la nostra comunità locale abbia sofferto tanto e che da Di Maio si aspetterebbe ancora delle scuse”, afferma Stefano Marrazzi, segretario Pd di Bibbiano.

Se le parole, soprattutto quelle dei politici, siamo abituati a doverle pesare con il contagocce, non possiamo non fare i conti parte con gli italiani che non dimenticano e che, dopo svariati tradimenti, non perdonano. “Oggi il Pd mi ha querelato – scriveva Di Maio ai tempi – perché ho detto che ‘con il partito di Bibbiano non voglio avere nulla a che fare’. Risponderò delle mie affermazioni, no problem. Ma negare uno scandalo che vede coinvolto un loro sindaco, che loro hanno difeso senza mai prendere posizione sui bambini strappati alle famiglie, mi sembra veramente surreale. Per me questo è il Pd”.

A adesso, per il rinnovato e messo a lucido ragazzo di periferia, cosa rappresenta il Pd? Il paracadute per non naufragare nella vecchia quotidianità? La dimostrazione che una volta salito sulla giostra, anche l’imperturbabile figlio del popolo, ha gettato alle erbacce principi e valori?

Io gli italiani non li tradisco”: frase epocale del Di Maio pentastellato che appare ora non solo come una presa di giro, ma rispecchia l’incoerenza e l’inadeguatezza di chi a quella poltroncina ha messo i chiodi. “Sappiamo stare dalla parte giusta.

Senza interessi, con le mani libere, per il bene dell’Italia”, dichiarava ancora. Quelle mani libere oggi ne hanno strette tante altre e tutte le volte con lo stesso obiettivo: non sprofondare nel fallimento politico di un uomo che ad oggi sembra disposto a tutto.

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