Manette, pistola, stipendio: cosa succede ai poliziotti no vax

La circolare del ministero sui poliziotti no vax: addio manette e stipendio. Gli effetti di questa decisione

Manette, pistola, stipendio: cosa succede ai poliziotti no vax

Da domani scatta l’obbligo vaccinale. Professori, militari, poliziotti: senza siero, non si lavora. E così oggi il ministero dell’Interno ha diramato le “disposizioni applicative” per il comparto della polizia di Stato. Nessuno sconto ai no vax: chi non si è immunizzato e non intende farlo entro 20 giorni, verrà sospeso dalla professione: niente più divisa, niente più servizio, niente più pattuglie né stipendio. Ma soprattutto gli verranno ritirati tesserino di riconoscimento, placca, manette e l’arma in dotazione. Tradotto: da un giorno all’altro torneranno ad essere semplici cittadini.

La procedura è questa. Domani i dirigenti più alti in grado dei vari uffici dovranno richiedere a tutti i dipendenti la certificazione verde, ovviamente quella consegnata a seguito della puntura vaccinale. Se il poliziotto non lo avesse, avrà cinque giorni di tempo per produrre un atto che attesti l’avvenuta vaccinazione, l’esenzione per motivi di salute (e in quel caso verranno assegnati a mansioni ‘non a rischio’ per la diffusione del Covid) oppure la richiesta di vaccinazione, che però dovrà essere fatta entro 20 giorni. Nell’attesa, potranno presentarsi al lavoro col classico “green pass base”. Cioè anche col tampone.

La distinzione rispetto agli altri lavoratori con obbligo vaccinale (professori e medici, ad esempio) non è di poco conto. Certo: anche per i poliziotti vige il blocco dello stipendio e le giornate di sospensione non faranno maturare né la pensione né l’anzianità di servizio né l’avanzamento di carriera e tanto meno le ferie. Però un poliziotto di norma è poliziotto sempre, anche quando non è in servizio. E l’introduzione dell’obbligo taglia fuori i non vaccinati anche dal “controllo del territorio” che normalmente facevano anche in borghese.

Ci spieghiamo. Negli anni del pericolo terrorismo, dopo i fatti del Bataclan, era stato chiesto con una circolare ai poliziotti di portare sempre con sé l’arma di ordinanza. Un modo per garantire maggiormente la sicurezza, e dunque permettere all’operatore fuori servizio di essere pronto in ogni evenienza. Fonti di polizia ci assicurano che la direttiva è ancora valida, tanto che molti di loro vanno sempre in giro con la loro Beretta. I no vax, è chiaro, dovranno rinunciare. E i pochi che insistono nel rifiutare il siero non potranno neppure presentarsi come ufficiali di pubblica sicurezza nel caso in cui assistessero in diretta ad un furto, una rapina o uno stupro. Saranno semplici cittadini.

“Puoi anche essere contrario al vaccino”, ragiona un agente col Giornale.it, “ma alcuni colleghi con questa storia della contrarietà al vaccino esagerano”. La prassi di sospendere il poliziotto è normale, nulla di nuovo sotto il sole. Senza vaccino, ci spiegano alcune fonti, il soggetto non è idoneo a prestare il servizio. “Quando ad esempio un poliziotto ha problemi psichici o neurologici, o magari una malattia grave come un tumore - ci spiega una fonte - viene sospeso dal servizio e gli vengono tolte manette, pistola e tesserino. In sostanza non sei momentaneamente abilitato al servizio”. Molti colleghi si dicono “addolorati” per quei “fratelli di giubba” che si troveranno esclusi per colpa della scelta di non vaccinarsi. Dura lex, sed lex.

Una particolarità, però, c'è. Normalmente, quando si viene sospesi per motivi disciplinari o perché indagati o condannati, l’amministrazione decurta lo stipendio ma non lo azzera del tutto. “Di solito viene lasciato un sostegno alimentare”, ragionano due fonti distinte.

Per i no vax, invece, nessun accredito sul conto corrente per sei mesi (tempo previsto della sospensione). Almeno finché non comunicheranno al comando di aver avviato o completato il ciclo vaccinale (primario o di richiamo).

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