Il presidente del Consiglio Giorgia Meloni rompe il tetto di cristallo sul covid. Il ministro della Salute Orazio Schillaci annuncia due misure: reintegro del personale medico sospeso per inadempienza dell'obbligo vaccinale e stop al bollettino giornaliero (diventa settimanale). Due annunci che segnano la svolta meloniana nella gestione della coda finale della pandemia e che archiviano l'era Speranza.
Il governo tira dritto e prova a marcare la discontinuità proprio sul terreno della sanità. Il premier Meloni deve però guardarsi le spalle dagli alleati (Forza Italia), tiepidi sul cambio di marcia. L'annuncio del ministro Schillaci provoca come primo effetto la frenata del capogruppo Fi al Senato Licia Ronzulli: «È solo grazie ai vaccini se oggi il Covid non fa più paura, sebbene sia indispensabile mantenere ancora alto il livello di guardia. Questo risultato è stato reso grazie a quanti hanno aderendo alla campagna vaccinale, soprattutto il cui enorme successo ha rappresentato il vero punto di svolta nel contrasto perché serve ancora creduto. Molta prudenza e bisogna essere molto attenti a non cancellare con un colpo di spugna tutte che hanno favorito la somministrazione dei vaccini. Delle modalità che regolano la campagna di immunizzazione non può che seguire un percorso graduale», avverte Ronzulli.
Poche ore dopo l'annuncio, il ministro Schillaci, il capo del governo e il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella si ritrovano insieme alle celebrazioni de «I Giorni della Ricerca». Il Capo dello Stato mette in guardia: «Dopo oltre due anni e mezzo di pandemia non possiamo ancora proclamare la vittoria finale. La Sanità pubblica ha il compito di mantenere alta la sicurezza soprattutto dei più fragili, dei più anziani, di coloro che soffrono per patologie pregresse». «Tuttavia - continua Mattarella - sentiamo che il periodo più drammatico è alle nostre spalle. La scienza è stata decisiva. Come lo è stata la dedizione del personale sanitario, in ogni ruolo. Come lo è stata la solidarietà, nelle sue più diverse espressioni, a tutti i livelli: dai gesti semplici di aiuto tra le famiglie, nelle comunità, alle scelte comuni compiute dall'Unione europea. Senza l'ammirevole impegno della scienza per individuare i vaccini, scoperti e prodotti in tempi record, anche grazie alle scoperte realizzate nella lotta contro il cancro, oggi saremmo costretti a contare molte migliaia di morti in più». «Se possiamo oggi, nella gran parte dei casi come se si trattasse di un'influenza poco insidiosa, è perché ne è stata fortemente derubricata la pericolosità per effetto della vaccinazione; dalla grande adesione alla vaccinazione, dovuto all'ammirevole senso di responsabilità della quasi totalità nostri concittadini, sollecitati a farvi ricorso dalla consapevolezza di salvaguardare, in tal modo, la salute propria e quella degli altri», conclude il Capo dello Stato. Messaggio che viene letto come un monito al governo dopo le decisioni annunciate dal ministro Schillaci. Ma dal Colle precisano: «L'intervento del Presidente non è contro il governo ma per sottolineare l'importanza dei vaccini».
Il Pd però parte all'attacco: «Su Covid e vaccini le prime scelte del Governo Meloni sono superficiali e irresponsabili. Per quel che dicono sul passato e per quel che lasciano intendere sul futuro», arringa Letta. Andrea Crisanti, senatore Pd, boccia la scelta: «Decisione inutile».
Dal fronte Fdi Marcello Gemmato, responsabile Salute, replica: «Non accettiamo lezioni da chi non ha saputo gestire il momento pandemico limitando fortemente, oltretutto, le libertà individuali degli italiani. Letta teorizza e fa il profeta di sventure, mentre i disastri di Speranza sono fatti fattuali». Mentre l'ex ministro si sfoga a Repubblica: «Ho agito seguendo la scienza».
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