Il meglio di noi italiani sarà richiesto quando questa dannata tempesta sarà finita. È nella ricostruzione che dovremo dare il massimo. Nel giorno più lungo, quello dei quasi mille morti per coronavirus, parla il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Lo aveva fatto l’ultima volta un paio di settimane fa. Quando l’emergenza era solo all'inizio.
"È una pagina triste della nostra storia. Abbiamo visto nelle ultime settimane immagini che non dimenticheremo mai". Il suo primo pensiero è rivolto alle persone che hanno perso la vita a causa di questa epidemia e ai loro familiari. Il dolore del distacco è stato ingigantito dalla sofferenza di non poter essere loro vicini e dalla tristezza dell’impossibilità di celebrare, come dovuto, il commiato dalle comunità di cui erano parte. "Comunità che sono duramente impoverite dalla loro scomparsa". Alcuni territori, e in particolare la generazione più anziana, stanno pagando un prezzo altissimo. Gli anziani caduti non sono gli unici a cui si rivolge il capo dello Stato. Parla a quei medici e infermieri, numerosi, rimasti vittime del loro impegno. I farmacisti, le forze dell’ordine, i proprietari di supermercati e tutti coloro che hanno reso possibile la fornitura di beni essenziali: "A loro va il plauso della Repubblica".
I ringraziamenti vanno anche alla ricerca che sta studiando il virus per portarci fuori dalle sabbie mobili. Ai volontari, alla protezione civile. Alle imprese che hanno riconvertito la loro produzione. Agli insegnanti che da remoto non mollano, mettendosi al servizio dello Stato. A quanti sono impegnati al fronte. In prima linea. Mattarella va avanti: "Ho parlato, in questi giorni, con tanti amministratori e ho rappresentato loro la vicinanza e la solidarietà di tutti gli italiani. Desidero anche esprimere rinnovata riconoscenza nei confronti di chi, per tutti noi, sta fronteggiando la malattia con instancabile abnegazione". Numerosi sono rimasti vittime del loro impegno generoso.
Per il capo dello Stato, la risposta così pronta e numerosa di medici disponibili a recarsi negli ospedali più sotto pressione, dopo la richiesta della protezione civile, è un ennesimo segno della generosa solidarietà che sta attraversando l’Italia. Poi una buona notizia. Da alcuni giorni si avverte un rallentamento dei contagi. "Non è un dato che può rallegrarci: tanti malati e tanti morti. Un numero dolorosamente alto. Dobbiamo continuare a osservare le regole per poter andare avanti. Lo Stato democratico tiene. Siamo il faro per molte nazioni. Siamo un punto di riferimento per gli altri Paesi".
Poi, il suo discorso, verte sull’Europa. Un ‘Europa divisa, per molti sull’orlo del baratro. "La Bce ha preso decisioni importanti. Non lo hanno fatto i capi di Stato e di governo, ma ci auguriamo lo faranno nei prossimi giorni. Tutti devono comprendere prima che sia troppo tardi l’importanza delle misure per la sopravvivenza stessa dell’unione". Sono in corso di esame parlamentare misure importanti per le vite di tutti. E Mattarella fa sapere: "Dobbiamo compiere ogni sforzo perché nessuno sia lasciato indietro. Unità e coesione sociale sono indispensabili".
L’ultima considerazione del presidente riguarda il domani, cosa verrà dopo. "Dobbiamo iniziare a pensare al dopo emergenza.
A quelle decisioni fondamentali per rilanciare la nostra vita sociale ed economia. Noi sappiamo dare il meglio nei momenti difficili, lo faremo anche questa volta". Un nemico invisibile ha lanciato la sua sfida. La abbiamo raccolta: ora è vitale vincere la guerra.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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