Mattarella: "La mafia è ancora forte. Bisogna azzerare la zona grigia"

Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, a Locri per la XXII Giornata della memoria e dell'impegno organizzata da Libera, di don Ciotti. "La lotta alla mafia riguarda tutti"

Twitter @Quirinale
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La lotta contro la mafia non può conoscere soste. Lo sa bene il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che da Locri (Reggio Calabria), dove si è recato per incontrare i familiari delle vittime, esorta ad andare avanti, ribadendo che "la lotta alla mafia riguarda tutti". Il Capo dello Stato partecipa alla XXII Giornata della memoria e dell’impegno organizzata dall'associazione Libera di don Luigi Ciotti. Piersanti Mattarella, fratello del presidente, è una delle vittime della mafia il cui nome viene letto dai familiari delle vittime innocenti: un elenco interminabile. "La lettura dei nomi delle quasi mille persone uccise dalle mafie è un elenco doloroso e anche istruttivo", osserva il Capo dello Stato. Nell'elenco delle vittime della mafia "ci sono anche donne e bambini, i mafiosi non conoscono né pietà né umanità, non hanno alcun senso dell'onore e del coraggio, i sicari colpiscono con viltà persone inermi e disarmate. Le mafie non risparmiano nessuno: colpiscono chiunque diventi ostacoli al raggiungimento dei loro obiettivi, denari potere e impunità".

"La mafia è ancora forte, presente - osserva Mattarella - tenta di dominare pezzi di territorio e cerca di arruolare in ogni ambiente. Bisogna azzerare la zona grigia. Bisogna asciugare la palude della corruzione, in cui le mafie prosperano".

Il Presidente della Repubblica vede però il bicchiere mezzo pieno. "L'Italia ha compiuto passi avanti nella lotta alle mafie. Negli anni sono state varate leggi efficaci che colpiscono i patrimoni mafiosi e introducono nel codice nuove forme di reati". Ovviamente non ci si può mai adagiare sugli allori. "Occorre sostenere il lavoro quotidiano, la rettitudine e la professionalità di tante migliaia di donne e uomini dello Stato, che ogni giorno attraverso l'azione di repressione e prevenzione contrastano le mafie - prosegue Mattarella - Questa lotta così dura è stata condotta sul terreno della legalità, senza mai venir meno ai diritti della democrazia".

Don Ciotti: "Il male principale è la corruzione"

"Che bello ritrovarsi insieme - dice don Ciotti - che bello, caro presidente, che lei sia con noi. Che bello questo noi di familiari delle vittime. Mettiamo da parte le divisioni, i protagonismi, mettiamoci di più in gioco per il bene comune, per la libertà e la dignità di questo Paese. Lo dico con umiltà ma con convinzione. Ci sono stati progressi, da riconoscere e valorizzare, ma anche ritardi, omissioni, promesse non mantenute. Misure urgenti sono state rinviate, o approvate solo dopo compromessi al ribasso. Insieme alle mafie - prosegue il presidente di Libera - il male principale del nostro Paese resta la corruzione.

E corruzione significa questo: che tra criminalità organizzata, criminalità politica e criminalità economica è sempre più difficile distinguere. Ce lo dicono anche quelle inchieste dove i magistrati faticano a individuare la fattispecie del reato. Dobbiamo rompere questo intreccio. La nostra Costituzione è il primo dei testi antimafia".

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