Meloni alla Camera per la fiducia: "Manterremo gli impegni presi"

Il presidente del Consiglio espone le linee programmatiche alla Camera: "Governo politico voluto dal popolo. Qualcuno vuole vigilare dall'estero? Gli italiani non hanno bisogno di lezioni"

Meloni alla Camera per la fiducia: "Manterremo gli impegni presi"

Giorgia Meloni chiede il voto di fiducia alla Camera. "Negli ultimi 11 anni abbiamo avuto governi distanti dalle indicazioni degli elettori. Noi oggi interrompiamo questa grande anomalia con un governo politico e pienamente rappresentativo della volontà popolare per i prossimi cinque anni. Non userò i voti degli italiani per sostituire un sistema di potere con un altro. Manterremo gli impegni presi con i cittadini", ha esordito il primo ministro che ambisce ad avere la base di lavoro di un'intera legislatura.

Ha assicurato che il programma del centrodestra verrà rispettato e, rivolgendosi all'opposizione, ha aggiunto: "So bene che ad alcuni osservatori e all'opposizione non piaceranno molte delle nostre proposte, ma non assecondo quella deriva per cui la democrazia è più per qualcuno e meno per qualcun altro". Meloni ha inoltre rivendicato con orgoglio di essere il primo presidente del Consiglio donna del nostro Paese, accompagnando poi una lunga citazione delle donne simbolo della storia dell'Italia.

Le priorità del governo

L'obiettivo fissato è quello di un taglio di almeno cinque punti del cuneo fiscale per alleggerire il carico fiscale delle imprese e aumentare le buste paga dei lavoratori: "Per incentivare le aziende ad assumere abbiamo in mente un meccanismo fiscale che premi le attività ad alta densità di lavoro. Più assumi, meno paghi". Verrà affrontata la questione della burocrazia e delle regole: "Chi oggi ha la forza e la volontà di fare impresa in Italia va sostenuto e agevolato, non vessato e guardato con sospetto. Perché la ricchezza la creano le imprese con i loro lavoratori".

Tra le altre priorità rientra anche una "serrata" lotta all'evasione fiscale che sarà "vera lotta all'evasione e non caccia al gettito". Allo stesso tempo è prevista una modifica dei criteri di valutazione dei risultati dell'Agenzia delle Entrate. Contemporaneamente sarà necessario un nuovo rapporto tra cittadino e Pubblica amministrazione, "perché il cittadino non si senta parte debole di fronte ad uno Stato tiranno che non ne ascolta le esigenze e ne frustra le aspettative".

Bocciato il reddito di cittadinanza: "Ha rappresentato una sconfitta per chi era in grado di fare la sua parte per l'Italia, oltre che per se stesso e per la sua famiglia". Per sostenere e tutelare la famiglia e la natalità si vuole aumentare gli importi dell'assegno unico e universale: "Vogliamo aiutare le giovani coppie ad ottenere un mutuo per la prima casa, lavorando progressivamente per l'introduzione del quoziente famigliare".

Sul fronte della giustizia ha annotato che è cruciale avere una effettiva parità tra accusa e difesa e una durata ragionevole dei processi: "La lentezza della giustizia ci costa almeno un punto di Pil l'anno. Lavoreremo per restituire ai cittadini la garanzia di vivere in una Nazione sicura, rimettendo al centro il principio fondamentale della certezza della pena, grazie anche a un nuovo piano carceri".

Chiara la posizione anche sull'immigrazione: "Vogliamo impedire che la selezione di ingresso in Italia la facciano gli scafisti. In Italia non si entra illegalmente, si entra solo attraverso i decreti flussi. Questo governo vuole fermare le partenze illegali, spezzando finalmente il traffico di esseri umani nel Mediterraneo".

Ribadita la volontà di portare avanti una riforma costituzionale in senso presidenziale, "che garantisca stabilità e restituisca centralità alla sovranità popolare". L'ipotesi di partenza è quella di un semipresidenzialismo sul modello francese, visto che in passato aveva raccolto gradimento anche da una parte dell'opposizione: "L'Italia dovrà passare da una democrazia interloquente a una democrazia decidente". Annunciata l'intenzione di dare seguito "al processo virtuoso" di Autonomia differenziata e di completare il percorso per dare a Roma Capitale "i poteri e le risorse che competono a una grande capitale europea".

"No ad altri lockdown"

Il presidente Meloni ha confermato che la linea dell'esecutivo nell'ambito del Covid-19 non sarà quella di limitare la libertà degli italiani. Dunque l'era di Roberto Speranza verrà messa da parte: "Qualcosa decisamente non ha funzionato e dunque voglio dire che non replicheremo in nessun caso quel modello". Sarà importante fare chiarezza anche su quanto avvenuto durante la gestione della crisi pandemica: "Lo si deve a chi ha perso la vita e a chi non si è risparmiato nelle corsie degli ospedali, mentre altri facevano affari milionari con la compravendita di mascherine e respiratori".

Il ruolo dell'Italia nell'Ue

Il primo ministro ha toccato anche il tema della postura dell'Italia nell'Unione europea, facendo sapere che il nostro Paese sarà "a testa alta" nei consessi internazionali "con spirito costruttivo ma senza inferiorità". E non ha fatto mancare una stoccata: "L'Italia farà sentire forte la sua voce. L'Ue non è circolo elitario con soci di serie A e di serie B o un Cda che deve tenere i conti in ordine, ma una casa comune per affrontare sfide che gli stati membri difficilmente possono affrontare da sole".

Meloni ha replicato ai rappresentati di quei Paesi che vorrebbero vigilare sull'operato del nuovo governo, invitando loro a porre le attenzioni verso altro: "Possono spendere meglio il loro tempo. In quest'Aula ci sono valide e battagliere forze di opposizione in grado far sentire la loro voce senza soccorso esterno, mi auguro". E ha accusato chi sostiene di voler vigilare sull'Italia di mancare di rispetto "non a me o al mio governo ma al popolo italiano, che non ha lezioni da prendere da nessuno".

Il sostegno all'Ucraina

Il presidente Meloni ha confermato che il nostro Paese continuerà a sostenere l'Ucraina, stando al fianco di Kiev e condannando l'azione militare della Russia: "Sbaglia chi crede sia possibile barattare la libertà dell'Ucraina con la nostra tranquillità". E ha messo a tacere la tesi secondo cui cedere al ricatto di Mosca sull'energia sarebbe la soluzione per porre fine ai problemi: "Aggraverebbe il problema aprendo la strada ad ulteriori pretese e ricatti, con futuri aumenti dell'energia ancora maggiori di quelli che abbiamo conosciuto in questi mesi".

La condanna al fascismo

Nell'intervento del primo ministro ha trovato spazio anche la condanna al fascismo: "Non ho mai provato simpatia o vicinanza nei confronti dei regimi antidemocratici. Per nessun regime, fascismo compreso". Il presidente del Consiglio ha sottolineato ancora una volta di giudicare le leggi razziali del 1938 "il punto più basso della storia italiana, una vergogna che segnerà il nostro popolo per sempre". E ha imputato ai totalitarismi del '900 la colpa di aver "dilaniato l'intera Europa in una successione di orrori che ha investito gran parte degli Stati europei".

I ringraziamenti a Mattarella e Draghi

Il presidente Meloni ha voluto ringraziare il capo dello Stato Sergio Mattarella "che, nel dare seguito all'indicazione degli italiani, non ha voluto farmi mancare i suoi preziosi consigli". Stessa riconoscenza all'ex presidente Mario Draghi per essersi reso disponibile per un passaggio di consegne veloce e ordinato: "Si è molto ricamato su questo aspetto, ma io credo non ci sia nulla di strano. Così dovrebbe essere sempre nelle grandi democrazie".

Verso le ore 12 la seduta sarà sospesa per consentire a Meloni di depositare il discorso al Senato. Dalle 13 alle 17 si terrà la discussione generale.

Le repliche del presidente del Consiglio sono previste tra le 17 e le 17:30. Successivamente, fino alle 19, si svolgeranno le dichiarazioni di voto sulla fiducia al governo. Dalle 19 avrà inizio la chiama dei deputati: l'esito del voto è attesto tra le 20 e le 20:30.

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